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Ambiente & Società

Animalisti si nasce o si diventa?

Intervista a Lombardi Leonardi Maurizio

by Bruno Cimino

L’impegno degli animalisti sembra essere sempre di più una realtà verso cui le cronache danno risalto solo nei momenti in cui si verificano efferate brutalità contro gli animali, dopo di che c’è una sorta di stand by, sino a sciamare completamente nell’attesa del prossimo crimine. Eppure, nonostante il lavoro dei singoli attivisti, le “frastagliate” organizzazioni non consentono azioni coese, se non quando il grido d’allarme è virale.

Tra i tanti nomi in auge del pianeta animalista ne abbiamo individuato uno che in questo momento risulta tra quelli che “grida più forte”, ricopre il ruolo di responsabile del “Dipartimento Nazionale Tutela e Benessere Degli Animali Rinascimento Vittorio Sgarbi” e “Presidente dell’Associazione Fondazione Jigen -Odv. 

Domanda – Chi è Lombardi Leonardi Maurizio e perché ha scelto di essere un attivista animalista?

Risposta – Sono un difensore della tutela e del benessere degli animali. Svolgo una politica animalista con l’intento di elettrizzare le forze interessate, canalizzando iniziative che possano viaggiare all’ unisono senza interferenze o stonature.

D – Si è mai trovato ad essere criticato da altri animalisti per la Sua attività a difesa degli animali?

R – Tutti siamo sottoposti a critiche, in un certo senso essere criticati vuol dire essere passati attraverso un giudizio. Quando però la critica viene usata come mezzo di denigrazione per potenziare sé stessi è evidente che ci troviamo di fronte ad azioni per nulla costruttive. Esistono due tipi di critica: la critica costruttiva e la critica distruttiva. Quest’ultima ho imparato a distinguerla e a prendere le dovute distanze.

D – È un compito davvero difficile quello di far capire all’uomo che gli animali sono esseri senzienti e non vanno maltrattati?

R – Gli animali considerati “cose” da Aristotele, Res Mancipi dai romani e “Beni” dal codice civile italiano del 1942, vengono finalmente definiti “esseri senzienti” dall’ art. 13 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea del 2007, cioè capaci di sentire piacere e dolore.

L’ articolo 9 della Costituzione, dopo il secondo comma è aggiunto il seguente «Gli animali sono esseri senzienti e la Repubblica ne promuove e garantisce la vita, la salute e un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche ecologiche>>.

Alla luce dei recenti fatti di cronaca avvenuti ultimamente in Italia, non mi risulta che tutto ciò venga seriamente applicato.

D – Sono in tanti che Le riconoscono di essere spesso in prima linea quando accadono uccisioni di animali da parte di energumeni, ma anche per i bracconaggi che sembrano inarrestabili. Però, tra una denuncia e l’altra, qualche sit in, una manifestazione d’occasione e qualche raccolta firme non è che i risultati siano quelli auspicati. Quale sarebbe la soluzione più concreta e immediata per una legge che ci rende più civili?

R – Sì, queste iniziative non bastano più. È urgente portare avanti qualcosa di efficace. Da pochi mesi è arrivata in Commissione Giustizia, la proposta di legge per inasprire le pene per chi si rende responsabile di reati contro gli animali, modificando l’art 544 Bis che prevede la condanna da uno a cinque anni ed una multa da 5000 a 50000 euro.

D – Gli ultimi tristi avvenimenti dell’orsa Jj4, Gemma, Amarena, uniti alle migliaia di uccisioni di cani e gatti e di gratuiti stermini di altre specie in via di estinzione sono un prologo alla fine dell’umanità sulla terra?  

R – Non sono in grado di prevedere il futuro, ma sono preoccupato nel constatare che ci stiamo avviando verso un punto del non ritorno. Leonardo Da Vinci affermava “Fino dalla tenera età ho rifiutato di mangiare carne e verrà il giorno in cui uomini come me guarderanno all’ uccisione degli animali nello stesso modo in cui oggi si guarda all’ uccisione degli uomini”. Sono trascorsi cinque secoli, non è cambiato nulla.

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