Tutti sanno che Babbo Natale non potrebbe mai consegnare tutti i regali ai bambini senza le sue magiche renne.
Con Rudolph a capo della mandria, questi animali riescono a trascinare in volo la slitta di Santa Claus per i cieli di tutto il mondo, con una velocità tale da permettergli di consegnare in tempo tutti i pacchetti, nel giro di una sola notte.
La leggenda delle renne di Babbo Natale si perde nei secoli: nel 1823, però, vengono per la prima volta chiamate per nome, nella poesia “A Visit from St. Nicholas”.
Il personaggio di Rudolph invece nasce successivamente, nel 1939, nel libro “Rudolph the Red-Nosed Reindeer”.
Le renne sono diventate simbolo del Natale probabilmente perché nella tradizione scandinava erano considerate animali lunari, con ruoli legati alla notte.
Nella realtà, la Renna (Rangifer tarandus) è un cervide distribuito in tutta la fascia artica e subartica. In America è presente il Caribù che è una sottospecie di renna.
Nonostante la sua diffusione, è considerata Vulnerabile (VU) dalla Lista Rossa IUCN, perché minacciata dalla caccia e dal mescolamento genetico con individui semidomestici. Infatti, in molte zone vengono allevate allo stato brado, lasciate libere di pascolare in natura.
Sono note per i palchi ramificati, simili a quelli dei cervi ma più grandi, che nel maschio risultano caduchi, ovvero cadono durante l’inverno.
In Nordamerica, i Caribù sono famosi per le grandi migrazioni, le più lunghe per un mammifero, arrivando a percorrere anche 5.000 km.
In Europa, le migrazioni delle renne sono più brevi. In primavera, i caribù si spostano in gruppi fino a 500.000 individui, mentre in autunno si dividono in gruppi più ridotti.
Daniele Capello