Quanti luoghi comuni sull’arte, tipo che con l’arte non si mangia, oppure che con l’arte non si può vivere. E invece con l’arte si può vivere e come, anzi si vive meglio. A confermarlo è uno studio condotto dall’University College di Londra su 6700 persone, tutte over 50. Il British Medical Journal lo ha pubblicato, sottolineando come dalla ricerca sia emerso chi frequenta musei, gallerie d’arte, cinema, teatri va incontro ad aspettative di vita più lunghe. La cosiddetta “arteterapia” viene quindi rivista e considerata come una sorta di prevenzione concreta in campo medico; ed anche la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato quanto riportato dal Collage londinese attraverso un’analisi dettaglia di più di 900 pubblicazioni.
Grazie alle 6700 persone prese in esame durante lo studio inglese riguardante l’invecchiamento, intitolato English Longitudinal Study of Aging rappresentato dall’acronimo Elsa, i ricercatori hanno potuto appurare come chi frequentava i luoghi d’arte sopra elencati, avessero il 31% in meno di rischio di mortalità rispetto ad altri soggetti, distanti da questa abitudine. Il tutto è stato possibile proprio perché gli studiosi hanno seguito le più di 6 mila persone dal 2002 fino al 2018. Naturalmente sono stati tenuti in considerazione anche altri fattori come le condizioni di salute, la vita sociale e lo status economico. Dai dati inoltre, è emerso come gli uomini siano più esposti alla possibilità di morire esattamente come le persone non sposate e quelle che non lavorano.
Negli anni anche altre ricerche avevano dimostrato quanto l’arte fosse un elemento positivo per incrementare la longevità, migliorando anche la salute mentale, riducendo la sedentarietà e il senso di solitudine. La stessa University of Chicago si è occupata ampiamente del tema presentato, ribadendo come l’arte sia un’ottima stimolazione in favore dell’immaginazione, della creatività, per imparare e per nuove amicizie. Dunque “prescrivere l’arte” può essere un buon modo per tutelare la propria salute non solo mentale, ma anche fisica, come tra l’altro accade già in molti paesi. A tal proposito la già citata OMS ha fatto luce su 5 maxi-categorie di arte che apporterebbero benessere: le arti dello spettacolo, comprendendo musica, danza, canto, teatro e cinema; le arti visive, come artigianato, design, pittura e fotografia; la letteratura, comprendendo la scrittura, la lettura e la partecipazione ai festival letterari; la cultura come andare per musei, gallerie, assistere a concerti e a rappresentazioni teatrali; ed infine anche le arti online, ovvero animazioni, arti digitali e via dicendo.
Giulia Baldini