L’Italia è piena di luoghi da scoprire. Un normale turista estero, ma forse anche uno stesso italiano, associa il bel paese a Roma, Firenze, ed altri centri pubblicizzati in tutto il mondo. Ma ciò che non tutti sanno è che l’Italia pullula di piccoli e grandi borghi intrisi d’arte e di storia, ugualmente importanti nella storia e dimenticati, volente o nolente. Ancona è uno di questi luoghi: città portuale fin dalle sue remotissime origini, il capoluogo delle Marche ha alle spalle un grande bagaglio storico.
Ancona nella storia
Prima colonia greca e poi romana, Ancona, dal greco “Ankon” (gomito), prende il nome per la particolare conformazione della sua riviera. Da sempre luogo di scambi via mare, dal 1000 si rende indipendente divenendo Repubblica Marinara. Tocca il suo apice commerciale nel 1300, quando si aggiudica il podio di più importante porto commerciale assieme a Venezia e Ragusa in Dalmazia, ora attuale Dubronvik.
Ancona più antica di Roma?
Il capoluogo marchigiano è considerato generalmente di origine greca, che fonderà la colonia nel 387 a. c. Questo è esatto solo se la si tiene in considerazione come città. Ancona esisteva da molto prima come villaggio o come agglomerato di villaggi: dagli studi sul territorio sappiamo dell’esistenza di centri in età del bronzo e di uno all’età del ferro con la popolazione dei Piceni. Questo sposta l’origine di Ancona a oltre 3000 anni fa.
Il patrimonio artistico
Ad Ancona non esiste una predominanza storico artistica, non c’è un periodo artistico preponderante come accade in altre città italiane (arte antica romana; arte rinascimentale fiorentina; arte bizantina veneta); qui è possibile assistere ad una vera e propria stratificazione artistica, dai greci fino all’ultima arte fascista.
Di produzione greca abbiamo centinaia di reperti conservati nel Museo archeologico nazionale delle Marche e le fondamenta del Duomo di San Ciriaco, ora in cima a un promontorio e originariamente sul mare, le fondamenta sono percorribili con percorsi guidati.
Di epoca romana vi è lo scavo archeologico del porto antico, aperto al pubblico e percorribile, l’arco di Traiano, del II° secolo d. c.
Di periodo settecentesco, la Porta Clementina, di stile neoclassico. Testimonianza storica di grande impatto è la Mole Vanvitelliana che prende il nome dal suo architetto Luigi Vanvitelli, artefice anche della Porta citata sopra.
Anche l’arte fascista approda nella città con un notevole incremento urbanistico in quello che per tutti oggi è il viale della vittoria e con un’opera ormai divenuta parte integrante della vita del cittadino: il Passetto, monumento ai caduti della Prima guerra mondiale.
Le origini antichissime, la grande importanza nel periodo medievale e l’annessione allo stato pontificio consentono alla città l’ingresso alla grande produzione pittorica della Chiesa e successivamente. Infatti, nella Pinacoteca civica è possibile ammirare il patrimonio pittorico dagli anni di annessione allo Stato Pontificio: quadri di artisti minori e circoscritti alla regione ma anche nomi noti, come Tiziano.
Nuove scoperte
Negli ultimi anni sono in atto degli scavi archeologici tra il Colle Guasco e Cardeto dove, in un avvallamento naturale e sotto edifici di altre epoche come un convento, un carcere del 1600 e diverse palazzine medievali, è stato rinvenuto un anfiteatro risalente alla fine del I° secolo a. c. sotto l’imperatore Ottaviano Augusto. La struttura dalla forma ellittica avrebbe potuto ospitare dagli 8000 ai 10000 spettatori per assistere ai famosi giochi e spettacoli, anche di gladiatori. Ampliato da Traiano, fu poi abbandonato nel VI ° secolo d. c.
Annesso al sito archeologico, anche delle cisterne per le acque piovane che alimentavano con delle canalizzazioni un’area terme-balneum che, a sua volta, attraverso una strada, si collegava al foro romano.
Il sito sarà presto aperto al pubblico.
Elena Caravias