Per molte persone è solamente un gioco o un passatempo, ma a livello mondiale, gli scacchi sono un vero e proprio sport. Lo sforzo fisico è sostituito da quello mentale e bisogna lavorare più che sui muscoli, sulla concentrazione e la velocità di pensiero.
Le federazioni di scacchi e bridge, al momento, sono all’interno del Comitato Olimpico Internazionale e ci sono voci contrastanti su una possibile futura vetrina olimpica degli scacchi.
Questo sport è molto praticato in Russia e, in precedenza, è stato lo sport di punta dell’Unione Sovietica. Sono passate alla storia le sei sfide tra il più forte di sempre, Garry Kasparov, e il computer Deep Blue, tra il 1996 e il 1997. Ma prima di lui, il campionissimo è stato Anatolij Karpov che compie oggi 70 anni. Nato il 23 maggio 1951 a Zlatoust, imparò a giocare a scacchi dal padre, per poi frequentare la scuola dell’ex campione del mondo Michail Botvinnik, maestro anche di Garry Kasparov.
Rispetto al mito Kasparov, Karpov vinse poco meno, ma non per questo fu un giocatore di secondo piano: è stato campione del mondo dal 1975 al 1985, quando fu scalzato dal più giovane connazionale (di origine azera) che fu il più giovane campione di sempre e si confermò per i successivi 15 anni. Karpov vinse anche 9 ori alle Olimpiadi degli scacchi contro i 10 di Kasparov.
A fine carriera, tentò di conquistare la presidenza della FIDE (Federazione Internazionale degli Scacchi) ma senza riuscirvi.
A Karpov è stato anche intitolato l’asteroide “90414 Karpov”.
Daniele Capello