Le zampe palmate, un carattere presente non solo negli uccelli

La convergenza evolutiva è un fenomeno ben noto in zoologia per cui due specie molto diverse e lontane filogeneticamente possono sviluppare caratteri simili vivendo nello stesso ambiente. A volte la similitudine é completa (rondini e rondoni hanno aspetto molto simile *[LINK]) mentre nella maggior parte dei casi si tratta di un singolo carattere in comune.

Uno di questi casi è la zampa palmata, che vede la presenza di una membrana di pelle che unisce le dita di una zampa. Un tipico esempio conosciuto da tutti è la zampa delle oche e delle anatre ma questo carattere si ritrova in quasi tutti gli uccelli acquatici, dai gabbiani ai cormorani alle sule. La sua funzione è di facile intuizione: la membrana aiuta il movimento in acqua rendendo la zampa posteriore una sorta di pinna che facilita il nuoto di questi uccelli. Pochi sanno però che questo carattere non è peculiarità dei soli uccelli ma si ritrova in altre classi, in specie ovviamente legate all’ambiente acquatico. Se nelle tartarughe marine le zampe sono diventate delle vere e proprie pinne, tra gli anfibi, il gruppo delle rane ha sviluppato arti posteriori fortemente palmati, che aiutano sia nel nuoto che nel salto.

Anche tra i mammiferi troviamo specie dalle zampe palmate: l’ornitorinco, la lontra e il castoro sono un ottimo esempio, ma si osservano anche in alcune razze canine come i Labrador. Nell’uomo abbiamo un fenomeno paragonabile: la sindattilia, una malformazione congenita che provoca la fusione parziale o totale delle dita di mani o piedi che raramente coinvolge le ossa di queste strutture. Un carattere simile invece è il patagio dei pipistrelli, membrana che unisce le dita delle zampe anteriori con quelle posteriori e la coda, permettendo loro di volare.

*[LINK] https://www.fulldassi.it/rondini-e-rondoni-tanto-simili-quanto-diversi/

Daniele Capello

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