Caratterizzata da lamine flessibili che la rendono fragile qui in Italia è una pietra che non si trova, infatti i migliori esemplari arrivano dall’Africa Equatoriale.
Avendo colori cangianti dal verde al blu può essere usata in base ai principi della cromoterapia sia sul quarto chakra quando è di colore blu, sia sul quinti chakra quando si presenta di colore verde.
Non essendo una pietra comune non è facile reperire informazioni su questa pietra in campo cristalloterapico.
Generalmente è una pietra che si usa quando ci sono emozioni a lungo repressa da liberare in modo da raggiungere un equilibrio.
La vivianite verde è perfetta per lavorare sul cuore e su tutta la sfera emozionale, mentre quella azzurra lavora sul chakra della gola.
Essendo una pietra che può presentare in sé entrambi i colori può sia far prendere consapevolezza delle proprie emozioni sia aiutare ad esteriorizzarle, infondendo così serenità d’animo e positività.
Aiuta altresì ad apprezzare ciò che la vita offre di bello, combatte la noia sia personale che lavorativa e stabilizza le attività del fegato.
E’ una pietra che può essere indossata a contatto con la pelle, anche se non è facile incastonarla come anello o ciondolo, tuttavia può essere inserita nelle gabbiette per pietre e può essere appesa ad una catenella d’argento per essere poi indossata.
Se si vuole lavorare con essa anche di notte allora può essere messa dentro la federa del cuscino.
Essendo però molto fragile e correndo il rischio di sfaldarsi facilmente bisogna fare attenzione a come si usa, altrimenti si rischia di rovinarla.
Pulisce bene l’aurea e la prepara al trattamento cristalloterapico vero e proprio.
Può essere purificata sotto l’acqua corrente ma deve essere asciugata solo, si carica lasciandola su una drusa di cristallo di rocca o di ametista per alcune ore oppure può essere lasciata esposta alla luce della luna.