Veronesi ha vinto il suo secondo Premio Strega con ‘Il colibrì’

“Sto pensando alla mia famiglia, ai miei figli, a mia moglie, ai miei fratelli. Sto pensando al mio editore, a Elisabetta Sgarbi, a Umberto Eco che è stato così generoso da fondarla questa casa editrice. Sto pensando agli amici che mi hanno sostenuto, che hanno votato il libro. Sto pensando all’uomo nuovo, che poi è una donna. A tutte le persone nuove che ci sono e a tutte le navi in mare” ha detto Veronesi, già vincitore del Premio Strega nel 2006 con Caos Calmo, diventato un film di Antonello Grimaldi con Nanni Moretti.
Veronesi, dato subito strafavorito, ha vinto (con 200 voti) la LXXIV  edizione del concorso letterario che si è svolta nel Museo Etrusco di Villa Giulia semi deserto, senza il grande pubblico degli anni scorsi.
Il romanzo vincente ha un titolo ispirato a uno tra gli uccelli più piccoli al mondo che ha la capacità di rimanere quasi immobile, a mezz’aria, grazie a un frenetico e rapidissimo battito alare (dai 12 agli 80 battiti al secondo): ‘Il colibrì’.
Il protagonista della storia, Marco Carrera, trascorre una vita di perdite e di dolore e il suo passato sembra trascinarlo sempre più a fondo, ma l’uomo-colibrì non precipita, infatti riesce a rimanere saldo alla famiglia con il suo frenetico movimento, come appunto il piccolo volatile.
Nessuna battaglia con Gianrico Carofiglio, come si pronosticava alla vigilia, che per ‘La misura del tempo’ (Einaudi) in cui troviamo un Guido Guerrieri diverso in un dramma giudiziario e in un romanzo di formazione, ha avuto 132, ed è andato subito a stringere la mano a Veronesi abbracciato da Elisabetta Sgarbi, dalla moglie e da tutti gli amici tra cui Dori Ghezzi seduta al tavolo de La nave di Teseo. Un abbraccio anche con Jonthan Bazzi, in completo Valentino di pailettes, citato nel libro di Veronesi, all’ultimo posto della sestina formata con il suo ripescaggio, con 50 voti.
E al terzo posto un altro titolo Einaudi, ‘Almarina’, 86 voti, di Valeria Parrella in abito lungo verde acqua, unica donna nella finale di questa edizione, con la storia dell’incontro tra Elisabetta Maiorano, professoressa di matematica nel carcere minorile di Nisida, vedova senza figli e la sua alunna Almarina, giovane ragazza rumena stuprata. E l’ex numero uno di Mondadori Gian Arturo Ferrari è al quarto posto con ‘Ragazzo italiano’, 70 voti, il suo libro d’esordio a 76 anni, in cui mescola vicende reali e inventate in un romanzo di formazione di matrice autobiografica. E al quinto Daniele Mencarelli, con 67 voti, già felice del Premio Strega Giovani 2020, per ‘Tutto chiede salvezza’ (Mondadori).
Ai tavoli del giardino, anche l’assessore alla Cultura e vicesindaco di Roma Luca Bergamo. A presiedere il seggio Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega 2020. Su 660 votanti hanno espresso le loro preferenze in 605.
“Fa un bell’effetto perchè un mese fa non ci saremmo aspettai di fare un evento così. Mi da l’idea di un nuovo inizio con magari più consapevolezza” dice Carofiglio.
“Qui si sente che è passata la pandemia ed è giusto si senta perchè abbiamo sofferto” sottolinea la Parrella. “Mi sembra più umano. Era davvero una bolgia. Le persone adesso si parlano , niente spintonate. E’ paradossale vedersi mascherati. C’è una calma strana” commenta la Sgarbi. “Sono più abituato alle cose vuote, da tre mesi. Non mi fa tanta impressione” sottolinea Veronesi.

Riccardo Pallotta

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