Verona: valorizzare la ricchezza economica dell’olio

Il Consorzio Turismo dell’olio Evo nasce a Verona, riscuotendo riscontri positivi e adesioni in tutta Italia. Nell’attuale momento storico, è necessario lavorare su una migliore valorizzazione del prodotto Olio Extra Vergine di Oliva certificato (DOP; IGP e BIO), costruendo un tessuto aziendale ma anche intra-aziendale.

La ricchezza economica dell’olio è valorizzata dal Consorzio Turismo dell’Olio EVO DOP, IGP e BIO che chiamiamo semplicemente Consorzio Turismo dell’Olio EVO.
§La nuova realtà consortile nazionale nasce a Verona, riscuotendo riscontri positivi e adesioni in tutta Italia.
Nell’attuale momento storico, è necessario lavorare su una migliore valorizzazione del prodotto Olio Extra Vergine di Oliva certificato (DOP; IGP e BIO), costruendo un tessuto aziendale ma anche intra-aziendale.
La pietra angolare su cui poggia questo Consorzio è un prodotto certificato, qualitativamente superiore, in grado di ricongiungersi ad un concetto di territorio ed ambiente olivetato.
Un prodotto capace di esprimere quel dinamismo di cui il settore oleario merita un riconoscimento.
I tempi sono maturi per lavorare su una sponda poco esplorata: quella del Turismo dell’Olio, al fine di permettere anche un approccio più sostanziale alla differenziazione del business a livello multifunzionale.

La sfida del Consorzio
Sono diverse le sfide economiche da superare per aumentare la visibilità sui mercati internazionali.

Il mondo dell’olio affascina e deve essere proposto in chiave economica, per garantire sviluppo e crescita del settore. È fondamentale la valorizzazione del patrimonio culturale aziendale, perché si intende fornire alle aziende degli strumenti di coesione territoriale, di dialogo efficace con le istituzioni, di migliore la loro presenza sul mercato, attraverso la realizzazione di percorsi turistici tematici, sensoriali, a forte contenuto culturale, paesaggistico e ambientale.

Le difficoltà del mondo dell’extravergine italiano – ha commentato Maria Grazia Bertaroli, Presidente del neonato consorzio – si sono accentuate con il momento pandemico, eppure insite opportunità di crescita e sviluppo sono state create. E questo Consorzio ne è la dimostrazione. La promozione del territorio è insita nella scelta all’origine del consorzio: solo Oli EVO Dop, Igp e BIO. Prodotti cioè fortemente legati ad un territorio, senza compromessi. Valorizzare il prodotto di qualità con azioni di accrescimento del territorio trasmettendo quell’Italian Life Style a cui il mondo è da sempre interessato ad emulare, sono tra le principali azioni del Consorzio. Fare rete interagendo sinergicamente, non è più opzionabile, ma diviene ad essere la conditio sine qua non affinché il successo dell’operare sia assicurato. Ecco quindi operazioni territoriali tra agenti di varia natura e settore, non solo merceologico, ma anche istituzionale e culturale. Perché avere una stessa visione permette di muoversi come un tutt’uno. E tale essere percepito dall’estero. Miriamo a cambiare l’approccio alla qualità, che deve essere un prerequisito degli aderenti, sia di prodotto che di servizio. E comunicare professionalmente attraverso uno storytelling empatico tutta la vita che c’è dietro quel prodotto e quel territorio e le persone che creano valore in esso. Togliere l’EVO Dop, Igp e BIO dal cesto dei prodotti commodity rendendo la qualità, e il prodotto, accessibile, anche attraverso prove sensoriali pop e non corsi di assaggio professionali, portando la persona non italiana all’uso dell’extravergine in antitesi ad altri grassi, spiegandone i valori salutistici universali. Pensiamo ad incoming di operatori turistici stranieri, che si andranno a formare sulla qualità e sul mondo dell’extravergine, a chef che nelle aziende porteranno contaminazioni tra Extravergine certificato e pietanze e ingredienti anche di non tradizione italiana. E questo porterà anche ad una de-stagionalizzazione del turismo. A collaborazioni con gli Istituti di cultura italiana all’estero, perché l’extravergine è parte dell’essenza italiana. Miriamo a far diventare l’EVO certificato l‘ambasciatore dell’Italia nel mondo”.

Olio e turismo
L’Olio è un bene primario nella promozione turistica, diventa un volano economico, promuove i territori italiani legati alla sua produzione all’estero.

Sono queste le risorse da valorizzare perché riescono a incrementare il numero dei visitatori in Italia. Tutto ciò in sinergia con contesti museali, attori del comparto turistico, delle arti, facendo emergere quel ruolo di tutela ambientale e paesaggistica che accompagna l’impegno ad un buon prodotto e contraddistingue il lavoro degli olivicoltori attenti e capaci.

Parte dall’aggregatore di Palazzo Camozzini in Verona, un grande progetto che parla concretamente di turismo e di olio, in pochi mesi – ha commentato Daniela Ballarini, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico del Consorzio – abbiamo percorso l’Italia intera, isole comprese. Questo ‘Consorzio’ ha come prima parola TURISMO, perché credo che sia maturo il tempo di dare dignità ad una nicchia che è patrimonio dell’italianità riconosciuta in tutto il mondo. Elementi e concetti di bello, buono e che fa bene sono centrici, come lo sono le persone, vero cuore del progetto! L’olivo è una pianta iconografica, è beneaugurante ed è considerato un portafortuna, è una pianta maestosa, che crea territori di raffinata bellezza: territori da vivere ed ammirare. L’olio-gastronomia diventa pertanto una motivazione per i consumatori a spostarsi dal luogo di residenza diventando turisti, i nostri consorziati saranno pronti per accogliere ed offrire quelle esperienze tanto care, che restano soprattutto nella mente e nel cuore di chi le vive. Elemento caratterizzante per il turismo del cibo è la varietà di itinerari e percorsi olio-gastronomici regionali e interregionali, con al centro il prodotto. È qui che il turista alla ricerca di una vacanza ‘lenta’ può entrare in contatto con l’intera filiera produttiva, conoscere a fondo l’identità, la qualità dei prodotti ed interagire direttamente con gli oleifici, degustare la produzione e partecipare ad attività offerte dai diversi attori locali. Il cibo è cultura, ed il turista mostra sempre più interesse ad andare oltre il semplice consumo del prodotto. La curiosità, la voglia di sapere, sono i nuovi must per turista consapevole, l’aspirazione è di conoscere origini processi e modalità di produzione; territorio, storia, arte si intrecciano per far vivere quelle famose ‘experiences’ di cui tanto si parla. Il nuovo turista vuole vivere la vita ‘vera’ delle persone del luogo. Gli itinerari, rappresentano un esempio efficace di integrazione, e gli attori contribuiscono a creare l’identità di un territorio. Ma chi sono questi attori? I produttori, le cantine, gli operatori del turismo, i musei, i ristoratori, gli albergatori, un ecosistema dove al suo interno trovano posto eventi e manifestazioni locali catalizzatori di flussi di visitatori”.

L’ambasciatore inconsapevole
Olio e vino sono ambasciatori inconsapevoli delle diverse eccellenze italiane. Promuovono l’economia del Paese e conferiscono quella straordinaria strategia utile sui mercati esteri. È una potenzialità da valorizzare e da salvaguardare. L’olivicoltore è un custode dell’ambiente, del paesaggio olivetato che nel territorio italiano assume la figura di Museo Diffuso, da far conoscere, divulgare e preservare.

Girando in vari paesi e a vari eventi fieristici fuori dal nostro paese – ha commentato Antonia Pavesi, Vice Presidente del Consorzio – ho notato subito come i padiglioni della Francia in particolare ma anche molti altri paesi erano unici, tutti i produttori riuniti, un unico colore, un unico logo, lo trovavi subito, un paese che si muove all’unisono. Questa per me è un’enorme carta vincente! Noi del Veneto non siamo nello stesso padiglione nemmeno a Vinitaly. Il mondo è veramente grande dovrà percepirci come un corpo unico dalle mille sfumature. La nostra forza è e sempre sarà nella piccola produzione nella valorizzazione di un territorio e delle sue specificità ma dovremmo essere ovunque rappresentati come un’esclusiva unità”.

Francesco Fravolini

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