VALENTINO LA COLLEZIONE PRIMAVERA-ESTATE 2021 PRESENTATA A MILANO

(La moda è un grande produttore di contemporaneità)

La moda è un grande produttore di contemporaneità. Non è solo un impegno “esterno” alla cultura con il sostegno a mostre e artisti o con la creazione di fondazioni o spazi. La moda oggi dialoga dall’interno. Non più per appropriazione, come tante volte si è scritto, o necessità di comunicazione su canali diversi.

In questo nuovo rapporto della moda con le arti c’è una sorta di disobbedienza alle regole del marketing che la spinge verso una contaminazione attiva degli altri sistemi culturali, spesso, (a torto) considerati più nobili. O più intellettuali.

Un esempio, la collezione Primavera-Estate 2021 presentata il 27 settembre da Valentino che ha celebrato il romanticismo come atto ribelle per esprimere sé stessi. Una visione attraverso cui Pierpaolo Piccioli, in un nuovo atto creativo nato dalla volontà di purificare, elabora una collezione egualitaria e una ri-significazione dei codici della maison.

Valentino ha aperto una nuova via alle sfilate con la produzione di vere creazioni artistiche, sotto la direzione di Pierpaolo Piccioli, fresco di nomina insignito dal CFDA (Council of fashion designers of America) come miglior designer donna 2020. Così Valentino torna a Milano, dove è nato, dopo un lungo soggiorno a Parigi. E’ dal 1975 che la maison non sfilava a Milano, anno in cui ha spostato le sue collezioni Boutique in Francia.

Per questo appuntamento fuori dall’ordinario, Pierpaolo Piccioli, ha collaborato con l’artista Labirinth che, accompagnato solo da un pianoforte, ha restituito al pubblico una performance da brividi.

All’interno di una fabbrica della Milano industriale dismessa, 66 persone prese dalla strada, ognuna con la sua fisicità e individualità, hanno sfilato per Valentino a Milano anziché a Parigi.

Una scelta dettata dal Covid riflette Piccioli ” il mio lavoro come designer è mostrare Valentino dal mio punto di vista, mantenendo i suoi codici dando loro un nuovo significato. “. Per farlo, il creativo ha voluto “lavorare con persone che rappresentassero il mondo”. La libertà di essere se stessi è la cosa più importante per Pierpaolo Piccioli: l’emozione, le persone e l’empatia sono il fulcro di tutto.

Umanità vera e popolare, il concetto che traspare anche nella scelta della location: una fabbrica, la fonderia Macchi, uno spazio affascinante dall’atmosfera palpabile, dove si respira ancora la storia degli uomini che lì hanno lavorato duro, uno dei tanti simboli della Milano, che ha reso grande l’Italia e che oggi più che mai, merita di essere celebrata. Di grande impatto, le istallazioni green proposte dal master plant artist giapponese Satoshi Kawamoto, fiori non a ingentilire ma ad invadere la location e la collezione “non come decoro ma come segno di forza”.

Particolare anche la sensazione generata dagli gli abiti quasi onirici che hanno sfilato nel finale, veli di chiffon colorato, con volants, ruches e strascichi, che al loro passaggio hanno alzato la  polvere depositata dal tempo nell’ex fonderia, creando una atmosfera di vissuto reale.

Pierpaolo Piccioli ha scelto la fotografa Liz Johnson Artur, vincitrice del Turner Prize, per interpretare la sfilata di Milano attraverso il suo obiettivo.

Il libro “Valentino Collezione Milano” sarà presto disponibile nelle Boutique Valentino. Le parole concepite in esclusiva da Bernardine Evaristo chiariscono ulteriormente la fotografia di Liz Johnson Artur nella pubblicazione.

Negli ultimi anni la moda ha evoluto il suo essere sistema complesso e articolato, aprendo un dialogo ormai consolidato con il teatro, l’arte, la performance, la musica, il cinema, tanto da aver annullato il confine di genere tra le arti.

Marisa Paola Fontana

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