UNHCR lancia un video contest rivolto alle scuole

Come raccontare, tra una lezione e l’altra, il tema dell’accoglienza attraverso un linguaggio creativo, audiovisivo, che sensibilizzi i giovani? È questa la sfida lanciata dall’UNHCR, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, a insegnanti e studenti delle scuole superiori di tutta Italia.

Fino al 15 aprile 2019, andando all’indirizzo http://concorso.viaggidaimparare.it/ le scuole potranno trasformare la loro idea in spot. Una volta iscritte nella sezione dedicata del sito, le classi avranno la possibilità di seguire un percorso interattivo a step fatto di quiz, contenuti educational, storie e testimonianze reali di ragazze e ragazzi rifugiati. Alla fine i partecipanti saranno invitati a pensare, scrivere e creare la propria storia sul tema dell’accoglienza attraverso un video della durata massima di 2 minuti. Una giuria, composta dai ragazzi e dalle ragazze rifugiati/e protagonisti delle storie di “Viaggi da imparare” decreterà la classe vincitrice tra i primi 10 video più votati. Il video vincitore diventerà uno degli spot ufficiali di UNHCR per la Giornata Mondiale del Rifugiato 2019. Il progetto didattico ha l’obiettivo di sviluppare consapevolezza e conoscenza sul tema dei rifugiati, stimolare la partecipazione dei ragazzi, sviluppando la cultura della solidarietà e dell’accoglienza presso un pubblico più giovane. Ogni due secondi, nel mondo, una persona è costretta ad abbandonare la propria casa in fuga da guerre, persecuzioni e violazioni dei diritti umani: sono oltre 68 milioni le persone sradicate dalle proprie terre. Oltre la metà sono minori, ragazzi e ragazze in età scolare. “E’ importante che i ragazzi e le ragazze abbiano l’occasione di conoscere e capire meglio cosa significa essere rifugiati in maniera creativa e libera da pregiudizi e stereotipi – commenta Carlotta Sami, portavoce dell’UNHCR per il sud Europa. Questo concorso vuole stimolare il coinvolgimento emotivo di studenti e professori, esponendo gli studenti a storie di ragazzi che alla loro età, o anche più piccoli, sono stati costretti a lasciare tutto e a rischiare la propria vita per cercare un posto sicuro dove poter ricominciare. Ci auguriamo che la partecipazione in prima persona delle giovani generazioni possa fornire un contributo fondamentale alla diffusione della cultura dell’accoglienza e coinvolgere indirettamente anche le loro famiglie”.

 

Stefano Venditti

Articoli simili

Rinuncia all’eredità: come fare e quando conviene

Psicologia, moda o necessità?

SuperCat Show 2024 a Roma