Una trovata dal valore sia turistico che esistenziale
Il Giappone continua a sorprendere con la sua originalità e le sue particolarità. Un paese sospeso tra l’Oriente e l’Occidente che vive e vede il mondo in una maniera tutta sua. Il paese dell’estremo progresso tecnologico ma anche delle radicate tradizioni che vengono gelosamente preservate. Il paese delle suggestive bellezze naturali ma anche delle megalopoli frenetiche e inquinate. La sua ultima novità è la stazione che non permette l’accesso a nessun luogo. Un punto di fermata lungo una linea ferroviaria nel sud del Giappone, alla base di una montagna nella prefettura di Yamaguchi e lungo il fiume Nishiki che ha il solo fine di ricordare ai viaggiatori l’importanza di fermarsi nella vita; del trovare tempo per svincolarsi dal ritmo frenetico della quotidianità per dare spazio alla riflessione e al riposo. Una volta sulla banchina non è infatti possibile spostarsi in nessuna direzione ed accedere ad alcun luogo ma solo aspettare il treno successivo. Non ha infatti né entrate, né uscite, né biglietteria. Il posto prende il nome di Seiryu Miharashi Eki, traducibile come “piattaforma di vista del fiume”, proprio perché non vi è possibile fare altro. La trovata è assolutamente coerente in relazione alla natura della società giapponese dove ogni anno sono numerose le morti per lavoro eccessivo (karoshi), e sono tanti anche i casi di suicidio, di ritiro dalla vita sociale (hikikomori ) e di allontanamento volontario col fine di far sparire le proprie tracce (johatsusha ).
Glenda Oddi