Viaggiare, visitare un posto nuovo senza rimanerne estranei ma portarsi a casa un pezzo di vita e storia. E’ il valore aggiunto del viaggiatore che sceglie il turismo responsabile nelle terre di don Peppe Diana.
Non è il solito viaggio dell’era globalizzata all’interno del quale ogni cosa sembra essere già vista e vissuta e tutto concorre solo a fare numero. E’ un viaggio fatto di volti e di vite con l’obiettivo di far riscoprire le radici culturali, rilanciare le bellezze naturali ed architettoniche ancora inesplorate e rivalutare l’intero territorio a partire dal riutilizzo sociale dei beni confiscati alla camorra. L’idea nata per contribuire alla rinascita di un intero territorio per troppo tempo preda di un dominio diabolico a metà fra violenza e trascuratezza, è portata avanti dall‘associazione Visiterre insieme all’associazione FormAzione Viaggio e Comitato Don Peppe Diana con tanto di itinerari studiati, proposti e sponsorizzati. Quella che poteva essere una semplice risposta emotiva è diventato un progetto di imprenditoria sociale che non dimentica il valore della relazione umana. Immagini, colori, musica, memoria e rinnovato impegno vero e tangibile, tutto è un’esperienza piena e coinvolgente che non lascia indifferente.
Con il tour sui beni confiscati e restituiti alla collettività e con le visite guidate nei luoghi di interesse della provincia di Caserta, da Aversa normanna al millenario santuario di Villa di Briano che conserva spettacolari ex voto, segno di una fede religiosa interpretata, fino ai piccoli incontaminati borghi del casertano, lo scopo è far conoscere paesi e luoghi dimenticati ed oltraggiati da chi li ha rovinati e da chi si è arricchito sulle rovine. E allora visitare la Reggia vanvitelliana di Caserta o della casina borbonica di Carditello e poi incontrare testimoni di giustizia come Augusto Di Meo che dinanzi all’omicidio di don Giuseppe Diana scelse di non girarsi dall’altra parte, familiari di vittime innocenti di camorra che nel ricordo hanno rifondato una nuova esistenza, scrittori, magistrati e giornalisti per capire insieme i cambiamenti della società, nell’economia, nell’informazione e nella politica, diventa il plus ultra. Ed è bello scoprire la bellezza dell’incontro e la scoperta di ciò che solitamente non viene guardato con attenzione, come fermarsi in una qualsiasi bottega di paese non solo per fare acquisti ma anche per chiacchiere ed essere poi salutati con un abbraccio. A Castel Volturno, Casal di Principe, Caserta ma anche Napoli città e hinterland, tutto viene vissuto in chiave equo solidale, in compagnia di persone impegnate nell’economia solidale che sperimentano e propongono le buone pratiche del consumo critico, riscoprendo la natura, i prodotti e le tradizioni di questi luoghi.
Gli itinerari variano a seconda delle esigenze e già questo segna un punto a favore delle persone o almeno di quante scelgono di mettersi in gioco attraverso un viaggio di vissuti, integrazione e speranza restituita.
Tina Cioffo