Nations League: considerazioni sulla nuova competizione UEFA

Il 9 giugno si è conclusa la prima edizione del nuovo torneo ufficiale per nazioni voluto dalla UEFA, la Nations League, con la vittoria del Portogallo 1-0 contro l’Olanda.

La competizione,iniziata nel settembre 2018, prevedeva inizialmente una formula con 4 leghe (dalla A alla D) di 4 gironi ciascuna con promozioni e retrocessioni da una lega all’altra. L’Italia, inserita nella prima divisione (Lega A) contro Portogallo e Polonia era arrivata seconda nel suo girone, evitando la retrocessione in Lega B ma fallendo la qualificazione per la fase finale, ottenuta invece dal Portogallo, che si è aggiunto a Inghilterra, Svizzera (poi sconfitte in semifinale) e Olanda.

Il risultato sportivo conferma come il Portogallo sia diventato, grazie a Cristiano Ronaldo ma anche ad altri talentuosi calciatori, una nazionale di primo piano a livello continentale, bissando l’Europeo 2016.

C’è da valutare poi il riscontro del pubblico verso la nuova manifestazione. In Italia il numero di telespettatori della finale è stato di poco inferiore ai 3 milioni, che per una finale non è molto, anche se mancava la nostra Nazionale, le cui partite del girone invece hanno avuto numeri simili a quelli delle partite di Qualificazione agli Europei (oltre 7 milioni). Anche le presenze allo stadio durante le finali, non hanno visto il tutto esaurito neanche nelle partite del Portogallo, che giocava in casa.

Bisognerà valutare nella prossima edizione, 2020-21 se il trend migliorerà ma la manifestazione, nata in sostituzione delle varie amichevoli, previste in precedenza nelle stesse finestre del calendario, ha sicuramente più valore di queste ultime.

Daniele Capello

Articoli simili

Alimentazione, cinque cibi per il benessere cognitivo

No definitivo alla maternità surrogata con la nuova legge

I 60 anni di Marco Van Basten