Non si può dire che quello cittadino sia l’ambiente ideale per gli uccelli: ma anche nel contesto urbano si possono osservare diverse specie, a volte inattese.
L’espansione delle città negli ultimi decenni ha sicuramente contribuito alla riduzione di molti ambienti adatti agli animali e alla conseguente diminuzione di numerose specie. Ma alcune di queste sono riuscite ad adattarsi, e non si tratta solo dei comunissimi Piccioni o delle Cornacchie. La presenza di aree verdi più o meno estese (parchi cittadini, case con giardino) aiuta le specie legate ad ambienti boschivi e alberati, come Cinciallegre, Picchi, Pettirossi o Fringuelli.
L’eventuale presenza di corsi d’acqua o piccoli stagni aiuta gli uccelli acquatici: Anatre, Folaghe, Svassi maggiori nidificano anche nelle grandi città. Si possono osservare inoltre specie più inusuali: i Gabbiani reali nidificano nelle città non solo costiere, ma negli ultimi anni anche in quelle più interne come Torino, sfruttando i tetti dei palazzi o dei capannoni; inoltre si stanno espandendo in ambito urbano le colonie riproduttive di Aironi cenerini, dette Garzaie, presenti da molti anni a Torino e più recentemente a Novara, Forlì e Lecco.
Anche nell’ambiente “grigio” dei quartieri più popolati ed edificati si possono trovare specie inaspettate. Gheppi, Codirossi, Rondoni, Falchi pellegrini si sono adattati all’ambiente urbano, che a loro appare molto simile a quello naturale: sono infatti specie rupicole, cioè legate ad ambienti rocciosi e perciò palazzi e monumenti per loro sono ottimi luoghi per fare il nido.
Daniele Capello