Il progetto di Walter Moneta e Claudio Brambilla era ambizioso, tradurre in milanese, interamente, l’Odissea e l’Iliade. Moneta e Brambilla sono due pensionati milanesi che hanno impiegato ben 4 anni dietro questo progetto e, contro ogni previsione, sono riusciti nella loro impresa pur non avendo un’istruzione classica.
Il primo risultato c’è stato nel 2018, quando hanno completato e dato alle stampe la traduzione dell’Odissea, e oggi è stata data alle stampe anche “L’Iliade in milanes”, per l’editore “Il mio libro”. Un poderoso volume di 447 pagine, in versi, e con incluso un glossario finale come nella più classica delle tradizioni.
Già la sola traduzione dell’Odissea deve essere stata un’impresa, ma Brambilla e Moneta (uno ex economista e top manager di aziende farmaceutiche, l’altro ha lavorato 40 anni in ambito tecnico commerciale) non erano contenti. Li attendevano ancora gli oltre 15mila versi dell’Iliade, uno dei capisaldi della cultura occidentale.
Ma perché l’hanno fatto? Perché due persone che, durante tutta la loro vita, per lavoro hanno fatto altro, hanno deciso di imbarcarsi in un’impresa del genere? Per i giovani, per il loro futuro, o, almeno, è quello che hanno dichiarato parlando del loro obiettivo:
“Parlare ai giovani, che magari, attratti dal titolo, potranno impratichirsi e leggere poi autori nostrani come Carlo Porta”.
Leggere i classici per leggere la propria tradizione e, intanto, imparare anche le proprie tradizione e non perdere la conoscenza del dialetto. Un progetto molto più “multitasking” di quanto una simile impresa possa pensare che, a questo punto, non è detto si fermi all’Iliade e l’Odissea.
Domenico Attianese