Tra pugilato e golf, la leggenda di Joe Luis

Pugilato e golf sembrano due sport quasi agli antipodi, ma c’è un nome che li unisce in maniera indissolubile. Si tratta di Joe Luis, di cui sono ricorsi pochi giorni fa i 110 anni dalla nascita. Nato il 13 maggio 1914, lo statunitense iniziò la sua carriera sportiva col pugilato

Considerato uno dei maggiori campioni di sempre, fu in grado di difendere il titolo mondiale dei pesi massimi per ben 12 anni con 27 vittorie tra il giugno 1937 e il marzo 1949, ancora oggi un record per questa categoria. Ha battuto tra gli altri anche Primo Carnera, mentre la sua ultima sconfitta fu contro un altro mito: Rocky Marciano. Nel frattempo però Joe Luis coltivava un’altra passione sportiva, quella per il golf che aveva scoperto nel 1936 e che avrebbe poi approfondito al termine della sua carriera pugilistica. Fu un personaggio influente per entrambi questi sport. Afroamericano, aveva un grande seguito nella comunità, conquistando il soprannome di “The people’s Champ”, il campione del popolo. Questo contribuì a incrementare il successo della boxe in quel periodo storico ma anche a renderlo il primo afroamericano a guadagnarsi il titolo di “eroe nazionale” soprattutto nel periodo della Seconda Guerra Mondiale per le sue posizioni antinaziste.

Anche nel golf il suo ruolo fu fondamentale per aprire le porte ai giocatori non bianchi che fino a quel momento erano gli unici a poter giocare nei tornei principali del circuito PGA. Negli anni successivi finanziò anche altri golfisti afroamericani e creò un’associazione per avviare a questo sport bambini svantaggiati. Morì il 12 aprile 1981 e l’anno successivo ricevette la Medaglia d’oro del Congresso degli Stati Uniti per la sua attività.

Daniele Capello

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