TOSCANA: UN’INFINITA ESPERIENZA DI SCOPERTE E PIACERI

Dove la cultura del buon vivere si sposa all’Arte e alla Storia in un ventaglio di ambienti e paesaggi unici al mondo.

di Alberto Piastrellini

Con oltre 48 milioni di turisti (dati 2019), la Toscana è la terza regione d’Italia per numero di presenze (dopo Veneto e Trentino Alto Adige), eppure, nell’immaginario comune degli stranieri, essa rappresenta, almeno dal punto di vista dei luoghi comuni, il meglio dell’Italia considerando i fattori: paesaggio, storia, arte, enogastronomia; un caleidoscopio inesauribile di piccoli borghi turriti e colline modellate con gusto pittorico, i cui morbidi profili ondulati si spezzano nei vertici improvvisi delle silhouettes degli immancabili cipressi.
E dove lo sguardo si apre a rivelare scorci e profili iconici ecco sbocciare all’orizzonte le torri di S. Gimignano, la maestosità della Cupola del Brunelleschi a Firenze, la linea dei tetti di Siena, le trine di pietra della Piazza dei Miracoli di Pisa… tutti elementi di una geografia più spirituale e immaginifica che fisica che restituiscono un’idea mitologica, seppur molto parziale di un territorio incredibile e che non finisce mai di stupire.

Carattere e identità scolpite nei secoli.
Ciò che colpisce anche il viaggiatore più distratto è il forte carattere distintivo del paesaggio e della gente di Toscana; entrambi modellati lungo secoli di storia quasi indipendente dal resto delle altre regioni d’Italia; una fiera autonomia dai poteri forti dell’epoca (impero e papato) che ha consentito una sostanziale autonomia di governo sino quasi all’unità d’Italia e che ha prodotto qui un interessante laboratorio di democrazia e liberalità germogliato nel Medioevo, sbocciato nel Rinascimento e maturato durante l’Età della Ragione in una serie di esempi di “buon governo” che hanno consentito ovunque il fiorire delle Arti e delle Scienze con evidenti ripercussioni nell’architettura, nell’urbanistica, nei complessi apparati pittorici e decorativi degli edifici religiosi e civili, ma anche nella costruzione del paesaggio stesso e dell’identità della popolazione locale. Sono state, ad esempio, le riforme del Granduca Pietro Leopoldo nella seconda metà del ‘700 a consentire la trasformazione delle selvagge zone collinari nei morbidi declivi coltivati a vigne e uliveti che tutti ben conosciamo; sempre a lui, la Toscana deve l’interessante risultato legale quale primo Stato al mondo ad aver abolito la pena di morte.
Un fermento politico, quello preunitario che, ha garantito alla Toscana l’attenzione degli intellettuali europei sin dalla fine del ‘700, allorquando la regione smette di essere semplice “luogo di passaggio” per i fruitori del “Grand Tour” e diventa mèta privilegiata per osservare dal vivo l’evoluzione della storia artistica europea: nasce allora il mito del Rinascimento e di Firenze e si riscopre l’interesse per il Medioevo (le cui vestigia, in Toscana, sono evidenti dappertutto).
Non è un caso, a ben vedere, che proprio diversi tessuti urbanistici e la peculiarità dei paesaggi toscani sono stati riconosciuti Patrimoni UNESCO come: i Centri Storici di Firenze, Siena, San Gimignano, Pienza, Pisa, i Paesaggi collinari della Val d’Orcia e delle Colline del Chianti, o la rete delle Ville medicee dell’area Fiorentina.

Quando la tradizione dà spettacolo
Non si può certo dire che l’Italia manchi di tradizioni e peculiarità che spesso sfociano in manifestazioni dalla forte valenza spettacolare e celebrativa, tuttavia, anche in questo caso è indubbio che il folclore locale si manifesta in una serie di eventi tutti fortemente caratterizzati dal fil rouge della sfida, a ricordare il passato turbolento che precedette e in parte accompagnò il graduale imporsi della Famiglia Medici sui vari Comuni della Regione: le Corse, i Palii, le Disfide i Giochi (il Palio di Siena e il Calcio Fiorentino) sono forse gli esempi più eclatanti della vivace esuberanza del popolo toscano e costituiscono un ottimo punto di partenza per la scoperta delle diverse identità locali, dalla costa Tirrenica alle valli interne, dai boschi dell’Appennino Tosco-Emiliano alle selve della Garfagnana, sino alle grandi méte del turismo internazionale e alle tante proposte alternative di riscoperta dei piccoli borghi (ben 26 figurano nella lista di quelli “Più Belli d’Italia”), cui un sapiente lavoro di marketing del territorio ha saputo restituire dignità e interesse.

La salvaguardia del territorio e l’attenzione all’ambiente
La Toscana vanta un ampio ventaglio di paesaggi ed ambienti naturali che ben sintetizzano la ricchezza degli habitat dell’intera penisola: dalle più alte cime montane (Alpi Apuane), al celebrato paesaggio collinare, dalle ampie valli fluviali (Arno, Ombrone, Serchia, Cecina, Magra), alla catena degli Appennini dalle pendici boscose; dalle zone umide e paludose, alle pinete costiere, dalle coste sabbiose e dunali a quelle rocciose sino ad un ricco arcipelago che con le isole d’Elba, del Giglio, di Capraia, di Montecristo, di Pianosa, di Giannutri e di Gorgona (senza contare le isole minori, gli isolotti, le secche e gli scogli affioranti), costituisce uno scrigno prezioso di biodiversità mediterranea.
Sono più di 227.000 ettari quelli tutelati e protetti (circa il 10% del territorio regionale): 3 Parchi nazionali (Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna – condiviso con l’Emilia-Romagna; Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano – condiviso con l’Emilia-Romagna e Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano);3 Parchi regionali (Parco naturale della Maremma; Parco naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli; Parco naturale regionale delle Alpi Apuane); 2 Parchi Provinciali (Parco provinciale dei Monti Livornesi; Parco interprovinciale di Montioni); senza contare 36 Riserve statali, 38 Riserve provinciali e oltre 50 Aree Naturali Protette di interesse locale.

Le mille tentazioni della gola. 
L’esperienza Toscana passa certo dagli occhi, ma anche il gusto è un’ottima via per arrivare al cuore!
Andare alla scoperta dell’enogastronomia regionale è un viaggio appassionante e affascinante fatto di sapori forti e decisi, “poveri” negli ingredienti della terra e del mare e mai scontati.
L’olio extravergine di oliva toscano IGP in tutte le sue varianti locali è già il fiore all’occhiello di una terra generosa, da solo esalta la rusticità di bruschette e crostini (immancabili negli antipasti delle innumerevoli taverne e osterie, così come nei più rinomati ristoranti) e impreziosisce le tante zuppe (farro, fagioli, ceci, ribollita, caciucchi di pesce…) che per secoli hanno costituito la base della dieta locale. Ma anche formaggi e salumi non son da meno (quest’ultimi nobilitati dalle carni dei maiali di razza cinta senese e dal cinghiale locale).
Un capitolo a parte lo merita il Vino (8 DOCG, 34 DOC e parecchie IGT, tra le quali spiccano blasonate produzioni di livello internazionale, primo fa tutti il Brunello di Montalcino,ma senza dimenticare le vette raggiunte dal Nobile di Montepulciano, dai vini rossi della Maremma (Morellino di Scansano, Montecucco e Monteregio di Massa Marittima) così come dai bianchi di Ansonica e dalle tante produzioni locali.

Un territorio accogliente, per tutti.
L’ospitalità in Toscana si declina in migliaia di proposte; dalle località balneari a quelle termali, dalla campagna alla montagna, sino alle città d’arte. Se circa l’80% delle presenze turistiche si concentra prevalentemente su queste ultime e sulle località di mare, è in crescita costante la percentuale di viaggiatori che ricercano la tranquillità dei borghi e delle opportunità country (del resto qui i soli agriturismi rappresentano oltre 1/3 dell’offerta ricettiva), in ossequio al nuovo turismo lento e al desiderio sempre maggiore di esperienze da vivere, rispetto al turismo tradizionale. In questo senso, la Toscana è la metà ideale per rigenerarsi fra Arte, Cultura, Ambiente e Buona cucina. E dunque, mettiamoci in viaggio…

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