La torta sbrisolona: storia e preparazione

La sbrisolona, detta anche sbrisolina, è un dolce tipico del territorio di Mantova, il cui nome deriva probabilmente dal termine dialettale “brìsa” – briciola, con evidenti riferimenti alla sua principale caratteristica: la friabilità.

Nonostante le sue origini contadine, fu il dolce più amato dalle famiglie della corte dei Gonzaga nel periodo rinascimentale, che decisero di sostituire le nocciole (a basso prezzo) con le più costose e gustose mandorle.

Gli ingredienti originali, reperibili nei campi del mantovano, sono, tuttavia, rimasti quasi del tutto invariati: dalla farina di mais allo strutto. Prima di trasformarsi in un dolce “nobile” però, la sbrisolona, la cui ricetta è anteriore al 1600, veniva solitamente servita a colazione dalle massaie ai mariti (prima di iniziare il faticoso lavoro nei campi) o ai bambini che, secondo quanto racconta la tradizione orale, erano soliti portarla nel taschino tutto il giorno, consumandola e succhiandola pian piano.

200 g di mandorle spellate, 200 g di farina, 200 g di strutto, 200 g di farina di mais, 3 uova, 150 g di zucchero e un cucchiaino di limone e di polvere lievitante per dolci, sono gli unici ingredienti che servono per l’impasto della sbrisolona, che dovrà essere successivamente versato “a pioggia” nella teglia ed infornato a 180° gradi per circa mezz’ora.

Due buone mani sono, dunque, gli strumenti indispensabili che servono per preparare questo squisito dolce che, una volta in tavola, non dovrà essere tagliato, ma sbriciolato con “un sol pugno” come la tradizione insegna.

I grossolani pezzettini potranno, poi, essere mangiati semplici oppure intinti nella grappa alla maniera dei cantucci toscani.

Ambra Belloni

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