La tomba degli amanti di Modena: i due soggetti sono uomini

Uno studio compiuto dall’Università di Bologna ha confutato l’originale interpretazione data alla sepoltura

Nel 2009 una tomba bisoma è emersa dal terreno in una necropoli modenese di epoca tardo-antica (IV-VI sec. d.C.). I due corpi erano deposti l’uno accanto all’altro, supini e mano nella mano, cosa che ha fatto attribuire loro la denominazione di “gli amanti di Modena”. Si era dunque subito ipotizzato che ci si trovasse di fronte ad un uomo e ad una donna sebbene il pessimo stato di conservazione delle ossa non permettesse un riconoscimento del sesso in maniera diretta. Un recente studio operato dall’Università di Bologna smentisce l’ipotesi originale dimostrando che i due soggetti sono in realtà entrambi di sesso maschile. Nell’analisi i ricercatori hanno utilizzato un metodo innovativo capace di determinare il sesso dallo smalto dentale dei resti umani in relazione alla presenza in esso di una particolare proteina, denominata AMELY e presente solo nei soggetti maschili. La tomba si è così presentata come un caso eccezionale, tutte le sepolture bisome con deposizione mano nella mano restituiteci dal passato sono infatti composte da due individui di sesso differente. Si sono dunque aperte tre possibili spiegazioni della sepoltura che hanno visto interpretare i due soggetti come amanti, fratelli o soldati. Soprattutto queste due ultime ipotesi risultano le più accreditate in relazione alla vicinanza d’età dei due e al fatto che l’area sepolcrale in cui è stata rinvenuta la tomba potrebbe essere un cimitero di guerra; meno sostenuta invece la prima ipotesi, quella degli amanti, in relazione all’epoca di riferimento, in cui risulta davvero difficile pensare che un amore omosessuale sia stato socialmente accettato e riconosciuto tanto da deporre insieme la coppia. La particolare sepoltura dal 2014 è visionabile nel Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena.

Glenda Oddi

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