La Bona Film Group è una compagnia cinematografica cinese che ha co-finanziato la produzione della pellicola “C’era una volta a… Hollywood” di Quentin Tarantino puntando su parte del ritorno finanziario derivato dagli incassi, i quali secondo le previsioni avrebbero dovuto oltrepassare la soglia dei 400 milioni di dollari di incassi globali anche grazie alla distribuzione del film nelle sale cinesi.
A quanto pare, però, la società e Tarantino non avevano affatto previsto di scatenare l’ira di Shannon Lee, figlia del celebre Bruce Lee, la quale rischia di mandare in fumo tutti i loro progetti.
La donna si era lamentata in varie occasioni del modo in cui suo padre è stato rappresentato nel film. Nonostante la storia sia una sorta di “fantasia selvaggia”, come l’ha definita la stessa Lee, suo padre è stato rappresentato come un arrogante che sfida Cliff Booth, interpretato da Brad Pitt, e che viene punito e ridicolizzato per la sua audacia. “Non c’era motivo di trattarlo allo stesso modo di come è stato trattato da Hollywood quando era in vita” ha affermato Shannon Lee nel corso di un’intervista rilasciata al The Wrap, ribadendo anche che suo padre “ha dovuto combattere e lavorare il triplo a Hollywood per riuscire a ottenere quello che ad altri veniva concesso in maniera del tutto naturale”.
Insomma, la rabbia della donna è più che legittima, tuttavia Tarantino ha difeso la sua opera senza mai scusarsi. Anzi, ha dichiarato di essere certo che Bruce Lee fosse un arrogante dal modo in cui lo aveva sentito parlare e dalle cose che gli aveva sentito dire e quindi di non essersi inventato nulla. Il regista ha poi sostenuto, erroneamente, che persino nella biografia di Linda Lee sia scritto che Bruce Lee ritenesse di essere in grado di battere Mohammad Alì.
Ed è a questo punto che la signora Lee ha rivolto le sue rimostranze all’Amministrazione Statale del Cinema, provocando la cancellazione dell’uscita del film sul mercato cinese.
Adesso pare che la Bona Film stia tentando di correre ai ripari lavorando con il regista per creare una versione censurata della pellicola. Se dovessero fallire nell’impresa, la perdita economica sarebbe davvero notevole.
Il film sarebbe dovuto uscire nei cinema cinesi il 25 ottobre.
Yami