La Tanatosi: la morte apparente come strategia difensiva

Nel mondo animale esistono numerosi comportamenti comuni a specie diverse, appartenenti a classi differenti: uno di questi è la cosidetta “morte apparente”, definita in etologia come Tanatosi. Questa strategia evolutiva è prevalentemente una tecnica di difesa dai predatori: questi infatti tendono generalmente a cacciare prede vive per nurirsi di carne fresca, mentre evitano di cibarsi di cadaveri. Fingersi morti salva quindi gli animali dai predatori. In alcuni casi questo comportamento è stato osservato anche nei predatori stessi come strategia di caccia: le volpi per esempio la attuano per far avvicinare Corvi e Cornacchie, specie necrofaghe, cioè che si cibano di cadaveri. Una volta a portata, si alzano di colpo per catturarle e cibarsene.
Gli animali che attuano la tanatosi a scopo difensivo sono molteplici: dagli invertebrati, soprattutto i Coleotteri, fino ad alcuni mammiferi. Tra i rettili è attuata principalmente dalla Biscia dal collare (foto: Matteo Di Nicola), ottima “attrice” in grado di girarsi immobile sul dorso, produrre secrezioni maleodoranti dalla cloaca fino a secernere sangue dalla bocca.
Tra gli anfibi va ricordato il Rospo africano, ma anche per la nostrana Rana dalmatina è stato documentato questo comportamento. Perfino negli uccelli si rileva questa strategia difensiva, in particolare nel Martin pescatore, come ben sanno gli inanellatori. Infine nei Mammiferi, oltre alla Volpe che lo sfrutta come strategia predatoria, è usato per difesa dall’Opossum della Virginia, in grado di simulare uno stato comatoso e di produrre un liquido maleodorante.
Per concludere va ricordato anche che la tanatosi viene sfruttata da alcune specie per difendersi…da avance sessuali. É il caso di alcune libellule, principalmente Aeshna juncea, in cui le femmine, quando vogliono evitare accoppiamenti indesiderati, si fingono morte, lasciandosi cadere al suolo, per costringere i maschi a rivolgersi altrove.

Daniele Capello

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