Avete ospiti e volete fare un figurone? Ecco una ricetta marchigiana che sembrerebbe elaborata, in realtà è molto semplice e, come tutti i rotoli di carne ripieni, anche questo è comodissimo perché si può preparare il giorno prima. Buonissimo da gustare anche freddo!
Che bello andare noi stessi a raccogliere in questo periodo dell’anno il finocchietto nell’orto o durante una passeggiata in campagna, nemmeno c’è bisogno di abbassarsi: la natura a portata di mano (e di cesoie)! Poi, dai rami tagliati nasceranno tante nuove foglioline finché la stagione lo permetterà.
Dose per 8-10 persone:
- una fesa di tacchino di circa 850 g
- 100 g di pancetta a fette fine
- mezza salsiccia
- un bel mazzo di finocchio selvatico (circa 90 g pulito)
Procedimento: Chiediamo al macellaio di prepararci il petto di tacchino: lo aprirà per bene, lo passerà al batticarne e ci farà vedere come arrotolarlo nel senso giusto.
Per primo, occupiamoci di pulire il nostro finocchietto raccolto: molto semplicemente si tratta di “sfogliarlo” cioè passando con una leggera pressione il pollice e l’indice lungo tutto i gambi più grossi, nel senso della crescita (per intenderci al contrario di come si sfoglia il rosmarino): resteranno solo i rametti più fini.
A questo punto, lo mettiamo in un colino grande e lo laviamo velocemente sotto l’acqua del rubinetto. Dopo averlo lasciato scolare per bene, lo mettiamo su un tagliere grande e lo tagliuzziamo. Lo mettiamo in una insalatiera grande e sbricioliamo dentro, mischiando, una mezza salsiccia cruda.
Riprendiamo il tagliere e sistemiamo sopra il pezzo di tacchino. Su entrambi i lati strofiniamo uno spicchio di aglio schiacciato, mettiamo sale e pepe, moderatamente.
Distribuiamo la metà del finocchietto, cercando di spianarlo uniformemente poi adagiamo sopra tutte le fette di pancetta, infine il finocchietto rimasto. Non ci resta che avvolgere la carne e legarla con dello spago da cucina.
Per la cottura, le opzioni sono due:
– cominciare a rosolare leggermente il nostro rotolo da tutti i lati in una padella con dell’olio, sfumare con un po’ di vino bianco poi infornare a circa 200° per 45 minuti, irrorandolo ogni tanto con i succhi che rilascerà.
– in “arrosto morto”: cuocere il rotolo in un tegame dal fondo pesante e antiaderente, facendolo inizialmente rosolare leggermente con 3 cucchiai di olio poi aggiungere un po’ di acqua e di vino bianco. Proseguire la cottura a fuoco basso per un’ora circa, girandolo ogni tanto.
Adesso arriva il più difficile: riuscire a resistere alla tentazione di vedere “com’è venuto” dentro!
Mettetevi l’anima in pace per qualche ora…lo taglierete a fette solo quando sarà completamente freddo, anche il giorno dopo, pena vedere il vostro tacchino in porchetta sfasciarsi sotto il coltello.
Prossimo appuntamento con il finocchio selvatico: a estate inoltrata, con la raccolta dei fiori poi dei semi…per tantissime preparazioni n cucina!
Maria Cristina