Ricercatori del progetto International Pulsar Timing Array, tra i quali scienziati italiani dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e della Università di Milano Bicocca, hanno completato l’analisi del più grande e completo archivio disponibile sui tempi di arrivo degli impulsi di 65 pulsar.
Uno studio sperimentale che rincorre l’ipotesi teorica, e la rafforza, che suggerisce l’esistenza di un “Brusio cosmico di fondo”, un brusio prodotto dalle onde gravitazionali a ultra basse frequenze, emesse da coppie di buchi neri super massicci.
I tempi di arrivo degli impulsi sono stati combinati insieme ai dati di altre precedenti collaborazioni di livello internazionale: l’European Pulsar Timing Array, il North American Nanohertz Observatory for Gravitational Waves (NanoGrav) e il Parkes Pulsar Timing Array in Australia. I più grandi studi internazionali su questo tipo di teorie.
Come ha dichiarato Siyan Chen, membro della collaborazione, su un articolo nel “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society”: “È un segnale molto emozionante! Anche se non abbiamo ancora prove definitive, potrebbe essere il primo passo verso la rivelazione del fondo cosmico di onde gravitazionali“.
Domenico Attianese