L’ultimo libro del Magistrato Nicola Gratteri e dello scrittore italo-americano Antonio Nicaso, “Storia segreta della ‘Ndrangheta”, tratteggia il mutamento della criminalità organizzata italiana, la sua evoluzione in industria globale che fattura decine e decine di miliardi annui, e la sua progressiva penetrazione nei gangli della Pubblica Amministrazione, delle Istituzioni, del mondo finanziario e nel sistema delle imprese.
Con una ricostruzione meticolosa, Nicola Gratteri ed Antonio Nicaso, sono partiti dagli albori delle organizzazioni camorristiche in età borbonica e dalle contaminazioni avute con la delinquenza comune, con la massoneria e con altre forme di società segreta. Hanno cercato un filo storico capace di giustificare sul piano culturale, dei miti e dei riti tramandati oralmente, e di come il modello di affiliazione sperimentato dalle logge massoniche o da società segrete promosse dal notabilato, sia stato assunto e metabolizzato anche dai pastori dell’Aspromonte con giuramenti, comportamenti e omertà degne di miglior causa. Nel libro si approfondiscono i legami tra forme primordiali di Ndrangheta e latifondisti per imporre la legge del più forte, dominare il territorio e rendere evanescente il ruolo dello Stato. È istruttivo sul piano storico conoscere gli intrecci che hanno avvinghiato nel tempo le cosche mafiose ai potentati economici locali, mai contrastati con determinazione dalle Istituzioni per calcolata sottostima del pericolo o perché, più banalmente, le figure più forti del territorio di norma erano anche i principali esponenti impegnati nell’amministrazione pubblica, nella magistratura, nelle imprese, nella chiesa e nel mondo politico e sociale. Un legame che ha passato indenne l’Unità d’Italia, le grandi migrazioni che hanno svuotato il Sud, il fascismo, le due guerre mondiali e le diverse fasi della vita repubblicana. Nicola Gratteri e Antonio Nicaso nella pubblicazione si soffermano attentamente su fatti, persone, rapporti tra ‘Ndrangheta e Istituzioni, contiguità con formazioni eversive, logge e servizi deviati, intrecci politici e capacità di mimetizzarsi e trasformarsi fino a diventare una multinazionale del crimine organizzato tra le più potenti ed efferate del mondo. Dalla lettura del saggio di un magistrato, che vive sotto scorta dal 1989, e di uno dei principali studiosi della mafia a livello globale, emerge l’espansione prorompente della ‘Ndrangheta sia sul territorio, con un ruolo talmente pervasivo da non tollerare intralci di alcun genere, sia a livello nazionale ed internazionale con una diffusione ramificata delle ‘Ndrine nel Centro-Nord, in Europa, nelle Americhe, in Sudafrica e in Australia. Questo libro traccia le alleanze della criminalità calabrese con i più potenti cartelli dei narcotrafficanti messicani e colombiani, la collaborazione con le pericolosissime mafie orientali, il controllo sempre più dilagante di banche, assicurazioni, società finanziarie, cliniche, alberghi, imprese edili, società immobiliari e aziende ortofrutticole. I colletti bianchi della ‘Ndrangheta sono esperti di borsa, professionisti di punta, alti esponenti di multinazionali, vertici amministrativi e faccendieri capaci di fare affari in ogni parte del mondo controllando i traffici di cocaina e riciclando i profitti spaventosi in attività di mercato. Una valanga di denaro liquido che in questo decennio di crisi devastante è servito per acquisire aziende, palazzi, terreni, società e fare investimenti da Toronto a Melbourne passando per l’Est-Europa, l’Africa ed il Sudamerica. Ciò ha determinato uno spostamento di potere rendendo la ‘Ndrangheta sempre più forte ed intoccabile, e non solo sull’Aspromonte. Gli interrogativi che nascono su questo percorso, lungo poco meno di due secoli, e ricostruito con una meticolosità sorprendente, sono molteplici e attendono ancora una risposta.
Stefano Venditti