Amsterdam: una statua per denunciare l’uso ossessivo degli smartphone

Ormai gli smartphone sono delle estensioni delle nostre anime, ma delle estensioni che ci stanno facendo perdere sempre più umanità e contatto col mondo. O meglio, che mettono a rischio la vita di chi li utilizza in maniera ossessiva. E proprio questa ossessione è stata denunciata ad Amsterdam attraverso una statua intitolata “Absorbed By Light”.

Una statua che rappresenta appieno l’ossessione moderna per essere sempre a contatto con qualcosa di lontano, ma nata all’interno dell’Amsterdam Light Festival. La statua è stata ideata da Gali May Lucas, artista britannica, e realizzata dalla scultrice Karoline Hinz. Una coppia di artiste che hanno creato varie statue intente a leggere, con la testa chinata, il proprio smartphone, illuminate della luce del device.

Una scultura che vuole sottolineare la solitudine che si vive con questo tipo di comportamento, nota dalla Lucas durante il suo andare a lavoro ogni giorno:

“Andando in bicicletta al lavoro la mattina, vedo gente persa nella luce dei loro telefoni cellulari. Sulle panchine, sul tram, nei ristoranti, nessuno si parla più”.

Se è vero che la diffusione degli smartphone ha reso certamente l’umanità più sola e tendente alla solitudine, è anche vero, ed è bene ricordarlo, che l’idealizzazione di un passato (stiamo parlando di 15 anni fa) come un mondo nel quale tutti erano felici e contenti in contatto con tutti è falso.

Come è falsa la percezione del problema dei legami virtuali: se è vero che spesso i legami virtuali stretti non corrispondono a legami reali, è altrettanto vero l’esatto contrario. Da sempre.

Una statua di denuncia, certo, ma che dovrebbe far pensare anche ad un’altra cosa: cosa ha spinto l’umanità a questa apparente solitudine?

Domenico Attianese

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