Stanziamento di fondi per il reddito di libertà delle donne

Assegni mensili per l’anno 2023 a supporto di chi subisce violenza.

“La Regione Emilia-Romagna conferma per il 2023 l’impegno per il reddito di libertà” si legge nella home page
istituzionale, aggiornata a novembre 2022, della Regione. Sono 1,3 milioni di euro i fondi stanziati per le donne vittime
di violenza. Una erogazione che prende il nome di “Reddito di libertà”. E’ noto che spesso ciò che impedisce alle donne
maltrattate di allontanarsi dall’ambiente “tossico” è la mancanza di autonomia economica. “La misura – si apprende
sempre dalla pagina istituzionale – è rivolta alle donne vittime di violenza e prevede l’erogazione di un assegno mensile
fino a 400 euro per un periodo massimo di un anno”. Una misura per cui l’Emilia-Romagna sembra essere, fino ad oggi,
tra le regioni maggiormente impegnate a integrare le risorse ministeriali. La misura fa seguito infatti ad un altro
intervento sempre in tal senso, però di provenienza statale. “Grazie all’impegno aggiuntivo della Regione – chiosa
l’assessora alle Pari Opportunità Barbara Lori – contiamo di accogliere sempre più domande: anche quelle che non
avrebbero avuto risposta con i fondi limitati assegnati dal ministero. Nessuna donna vittima di violenza dovrà sentirsi
lasciata sola”.
Ma vediamo in concreto a chi si rivolge questo reddito che, nei propositi, dovrebbe incentivare percorsi di liberazione
delle donne e dei loro figli. Il reddito di libertà – sta espressamente scritto – è un assegno cumulabile con altre misure di
sostegno, come il reddito di cittadinanza, che viene erogato dall’Inps. Le donne potenzialmente destinatarie sono quelle
con o senza figli minori, purchè seguite da un Centro antiviolenza ufficialmente riconosciuto e in condizioni di bisogno
economico. E’ questo il motivo per cui la domanda che le interessate possono inoltrare al proprio Comune di residenza
deve essere debitamente corredata da specifica documentazione. Vale a dire: da un’attestazione del Centro
antiviolenza relativa al percorso di emancipazione ed autonomia intrapreso, oltre che da una certificazione dei Servizi
territoriali che attesti le condizioni di difficoltà socio-economica. L’assegno, nel caso di specie, viene erogato in
un’unica soluzione per un massimo di 12 mensilità, pari dunque a 4.800 euro. Tra le spese che possono essere coperte
anche quelle per l’istruzione e la formazione dei figli.

Di Maria Teresa Biscarini

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