Il 5 febbraio 2023 si celebra la decima Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare, una iniziativa nata per sensibilizzare i consumatori, soprattutto i giovani, sulle conseguenze per il Pianeta della dispersione delle risorse alimentari.
Qual è la situazione nel nostro Paese e quali sono le iniziative utili a ridurre questo dannoso fenomeno.
L’osservatorio internazionale di Waste Watcher/Spreco Zero compie ogni anno una rilevazione dei comportamenti dei consumatori di alcuni Paesi in diversi continenti, tra cui l’Italia.
Gli italiani gettano in media 524,10 grammi procapite alla settimana. Le ragioni sono varie.
La produzione annua pro capite di rifiuti, infatti, è di circa 5 quintali, con un trend in leggera salita; ma è soprattutto il dato di Waste Watcher sulla dispersione alimentare ad allarmare: gli italiani gettano in media 524,10 grammi procapite alla settimana.
I beni di consumo che finiscono di più nella pattumiera sono soprattutto gli alimenti freschi: frutta; cipolla, aglio e tuberi; pane fresco, insalate, verdura.
Le ragioni risiedono negli smisurati acquisti di alimentari, scarso ordine nei frigoriferi (i cibi con scadenza ravvicinata vengono “dimenticati” e si guastano), spese effettuate in modo disordinato. L’estate è la stagione in cui gli italiani sprecano maggiormente, probabilmente perché si mangia di più fuori e gli alimenti si deteriorano più velocemente per le alte temperature.
Il vantaggio dell’aumento vertiginoso dei prezzi dei cibi è che induce all’adozione di comportamenti virtuosi, ma i comportamenti sbagliati o distratti non si estinguono facilmente.
Il conto dello spreco è salato: ai 6,4 miliardi di spesa per il cibo gettato, si aggiungono 5,2 miliardi per l’acqua e l’energia necessarie nella produzione del cibo stesso, e si giunge alla somma significativa di 11,6 miliardi di euro, circa 190 euro per ogni italiano.
Nel resto del mondo lo spreco alimentare è una tendenza che accomuna i Paesi avanzati e i Paesi emergenti: il record è degli Stati Uniti, con 1338,6 grammi a settimana pro capite, seguiti da Cina (1153,8 grammi) e Canada (1144,1 grammi). In Europa la Germania, la Gran Bretagna e la Spagna hanno livelli di spreco superiori all’Italia. I Paesi più sobri a livello internazionale sono invece il Giappone e il Sudafrica, che sprecano circa la metà degli italiani.