Spello, il borgo che custodisce un glorioso passato romano

Spello, adagiato sinuosamente nella Valle umbra, su uno sperone del monte Subasio, racchiude tra le sue antiche mura un glorioso passato romano; fu, infatti, lo stesso imperatore Augusto a definire Hispellum «splendidissima colonia julia».

Conosciuto anche come il borgo “delle salite e delle discese”, vanta ormai da anni il marchio di qualità turistico – ambientale di bandieraarancione (conferito dal Touring Club Italiano) e fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia.

Descritto da D’Annunzio ne Le città del silenzio come «quel canto che palpita nei petti», è, in realtà, la sua indescrivibile bellezza a far palpitare i cuori dei visitatori. Salite e scorci paesaggistici inebrianti, vicoli acciottolati, balconi carichi di fiori, monumenti storici che recano i leggendari segni del passaggio del paladino Orlando (Porta Urbica) e chiese affrescate con i preziosi capolavori artistici del Perugino e del Pinturicchio.

L’ingresso più suggestivo al borgo è sicuramente quello di Porta Consolare, coronata da tre statue funerarie e da una torre sovrastata da un ulivo, simbolo per eccellenza di uno dei prodotti locali più noti: “l’oro giallo” dell’Umbria.

Oltre alla chiesa di Santa Maria Maggiore, che nella cappella Baglioni si fregia del coloratissimo ciclo pittorico dell’Annunciazione del Pinturicchio (1501), particolarmente degna di nota è anche la Cappella Tega (con affreschi cinquecenteschi di Nicolò Alunno) e la casa romana del I Secolo d.C perfettamente conservata.

Impossibile, poi, non notare la bellezza di ogni singolo balcone di Spello, adornato di piante, fiori e edere; nel mese di luglio, infatti, l’amore per la natura si traduce in un’appassionata competizione tra gli abitanti del borgo: “finestre, balconi e vicoli fioriti”, che gareggiano, a suon di colori, per avere il balcone più bello ed elegante del paese. Famosissima anche l’infiorata del mese di maggio, manifestazione storico-religiosa che serve per onorare simbolicamente il passaggio del corpo di Cristo, portato in processione dal Vescovo.

Ma il sogno “Spello” non finisce qui: a soli quindici minuti dal borgo si trovano, infatti, le meravigliose fonti del Clitunno, che tra pioppi, cipressi e salici piangenti, custodiscono le sorgenti dell’omonimo fiume, continuamente attraversato da stormi di cigni bianchissimi. La dimora del Dio Clitunno, famosissima anche in letteratura, fu, infatti, di ispirazione per moltissimi poeti e scrittori, da Virgilio a Byron. Cosa può essere, del resto, Spello se non pura poesia?

Ambra Belloni

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