SOS CINEMA. E’ PIENA CRISI: PERCHE’ E SOLUZIONI

Il cinema in Italia non riparte, la situazione peggiore in Europa, sale vuote, e divani casalinghi pieni.

La situazione del Cinema in Italia è in piena crisi. Infatti sul cinema c’è un ‘caso Italia’: mentre in Francia, in Spagna, in Gran Bretagna e nel resto d’Europa finiti i tempi del lockdown e delle restrizioni più importanti, il pubblico è tornato a vedere i film in sala, in Italia no.

Incassi crollati, sale vuote o addirittura chiuse.

Il presidente dell’Anec Mario Lorini denuncia ” Andiamo verso un drammatico -20% e se non si prendono provvedimenti presto l’esercizio è a rischio e pure il settore. Sono urgenti iniziative strutturali di sostegno, prima fra tutte la definizione ‘dinamica’ della finestra tra la distribuzione in sala e sulle piattaforme, 90 giorni potrebbe essere un primo fondamentale passo e poi c’è bisogno di una road map certa e condivisa sui passi da fare per cambiare rotta”.

L’Anec ha convocato un incontro a tale fine, per chiamare all’unità tutto il settore. I dati sono abbastanza brutali: gli incassi del cinema e pure le presenze hanno avuto una flessione nel 2021 con una severa perdita di oltre il 70%, in un mercato “già tradizionalmente debole rispetto all’Europa”.

Dice Lonigro, in rappresentanza dei distributori: “oltre che presidio culturale le sale sono un presidio industriale, ne va del lavoro di tanti e se continua l’emorragia si chiude”.

Le sale sono avamposti nei territori, sono luogo di socialità, sono importanti per la ripartenza economica e vanno difese, è l’appello di tutto il settore.

Resta dunque da chiedersi se siano ancora così centrali dopo questi due anni di stravolgimenti, delle abitudini, con spettatori abituati al divano, prima per obbligo sanitario e ora per scelta.

Lo spettatore – sottolinea Lorini – è disorientato: dal tanto prodotto, dall’offerta ridondante delle piattaforme, per questo crediamo che mettere ordine sia fondamentale. Eravamo già vicini ad un accordo, pensiamo che 90 giorni tra l’uscita in sala e la programmazione sulla piattaforma siano un passo iniziale”.

‘Caso’ italiano si riferisce anche alla situazione dei  film italiani: quest’anno il nostro cinema è andato male, performance bassissime in sala: delle 353 uscite, 153 erano made in Italy e la quota di incassi intorno appena al 20%, concentrata poi su solo 5 titoli, “i restanti film non sono stati visti, capiti, intercettati”, aggiunge. Ma la contraddizione attuale è che la produzione va alla grande: 900 progetti di film , per quanto il 30% ideati per le sale.

Sia attori che pubblico sembra non distinguere più tra film e serie, da cui la preferenza per il luogo dove tutto si trova, ossia la piattaforma. Emblematica la nomination agli Oscar de Il Potere del cane, 12 candidature e una visione possibile solo su Netflix senza aver mai fatto un affaccio in sala, per diventare tra gli imprescindibili potenti player della produzione cinematografica.

“L’unico strumento – riflette Lonigro – è l’esclusività. La sala di colpo ha perso questa sua prerogativa e solo un intervento politico forte può cambiare e cose. I legislatori devono decidere con i fatti se la sala è un presidio forte o no, produttivo, economico e sociale. Occorre la volontà politica di salvaguardare questo luogo fisico, e regole subito”.

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