I Paesi con punteggi 2022 di livello allarmante sono cinque: Repubblica Centrafricana, Ciad,
Repubblica Democratica del Congo, Madagascar e Yemen
L’emergenza fame nel mondo continua a preoccupare. A evidenziare la drammatica situazione
sociale è la Fondazione CESVI con la presentazione della 17a edizione italiana dell’Indice
Globale della Fame. «La situazione è drammatica – si legge nel Documento – in Africa
Subsahariana e Asia Meridionale; tra i Paesi allarme massimo in Somalia, Venezuela,
Repubblica Centrafricana, Yemen. Senza interventi radicali, 45 milioni di persone nel 2023
rischieranno la morte per mancanza di cibo. Nel 2021 il numero di persone malnutrite è salito a
828 milioni, 46 milioni in più rispetto all’anno precedente e 150 milioni in più rispetto a prima
della pandemia di Covid-19, con effetti evidenti in Africa subsahariana, Asia meridionale,
America centrale e Sudamerica. E la situazione è destinata a peggiorare a causa del
sovrapporsi di altre crisi globali quali guerre, cambiamenti climatici e impatto economico della
pandemia».
Indice Globale della Fame
È uno dei principali rapporti internazionali sulla misurazione della fame nel mondo, curato da
CESVI per l’edizione italiana, redatto annualmente da Welthungerhilfe e Concern Wordlwide,
due organizzazioni umanitarie che, insieme a CESVI, fanno parte del network europeo
Alliance2015. L’analisi ha preso in considerazione 121 Paesi in cui è stato possibile calcolare il
punteggio GHI sulla base dell’analisi di quattro indicatori: denutrizione, deperimento infantile,
arresto della crescita infantile e mortalità dei bambini sotto i cinque anni. Secondo i punteggi e
le designazioni provvisorie del GHI 2022, in nove Paesi la fame è di categoria allarmante e in 35
grave. I Paesi con punteggi 2022 di livello allarmante sono cinque: Repubblica Centrafricana,
Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Madagascar e Yemen; altri quattro sono
provvisoriamente classificati come tali nonostante non ci siano dati sufficienti per calcolarne i
punteggi di GHI: Burundi, Somalia, Sud Sudan e Siria.
Paesi a rischio
«Rispetto al 2014 la fame aumenta – si legge nel Documento – in 20 Paesi di varie regioni del
mondo, raggiungendo un livello moderato, grave o allarmante. L’incremento più deciso è del
Venezuela, dove la fame è passata da 8,1 punti (bassa) del 2014 a 19,9 nel 2022 (tra moderata
e grave). Secondo le conclusioni del GHI 2022, in 9 Paesi la fame è ora allarmante (tra cui
Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Madagascar e Yemen) e
in 35 grave. In Etiopia, Somalia e Kenya, una delle peggiori siccità degli ultimi quarant’anni sta
mettendo a rischio la vita di milioni di persone: 18,4 milioni di abitanti nel giugno di quest’anno
vivevano una grave insicurezza alimentare (UN OCHA 2022). In particolare, in Somalia, si
prevede che, entro la fine dell’anno, 1,5 milioni di bambini (il 45% del totale) soffriranno la
malnutrizione acuta, di cui 386.400 di tipo grave, e che, entro settembre, 2,1 milioni di abitanti si
troveranno in stato di emergenza alimentare e 213.000 in stato di carestia».
Francesco Fravolini