Smart City, per l’Italia grandi opportunità ma c’è un gap da colmare

Gli esperti: “Serve più sostegno dalla politica e più comunicazione, le aziende pronte a fare la loro parte”. Se ne è parlato a Lignano Sabbiadoro

Nella classifica mondiale delle “smart cities” “Milano” è solo all’ 82esimo posto, segue “Roma” al 112esimo, il resto di Italia è assente e il gap italiano con i Paesi più avanzati è enorme. I dati emergono dall’incontro di chiusura della dodicesima edizione della rassegna “Economia sotto l’ombrellone” svoltasi a Lignano Sabbiadoro. Si è parlato di smart cities e del futuro. Le città intelligenti sono più vivibili e sostenibili, ma il confronto con lo scenario internazionale è impietoso. Un esempio virtuoso viene dal Nord-Est con sei delle 16 città più smart di Italia e in particolare con l’esempio del progetto Lignano-Bibione, la più grande smart city balneare d’Europa. Gli esperti intervenuti hanno sottolineato come l’Italia sia parecchio in ritardo in questo ambito ma senza ragione visto che ha tutte le potenzialità professionali, industriali e tecnologiche per recuperare il gap. “Il nostro problema rimane lo scarso ascolto dei tecnici e la mancanza di una completezza di visione da parte della politica, una burocrazia lentissima, nonché la scarsa programmazione”, è stato sottolineato. Serve dunque che intervenga la politica e che questa dialoghi con i tecnici, come bisogna lavorare sulla comunicazione. Durante il convegno sono state raccontati gli esempi di alcune aziende virtuose.  Sulle competenze tecnologiche esistenti in Italia è intervenuto Miguel Beccari, che, raccontando l’esperienza di Calzavara Spa, azienda attiva nel settore delle telecomunicazioni, ha messo in evidenza come “La smart city può essere vista anche come un processo di trasformazione della città. Un processo continuo, complesso, su più livelli, con più attori coinvolti, che grazie a digitalizzazione e connettività, ha già trasformato molti elementi del tessuto urbano in oggetti smart. Le barriere principali che ne frenano lo sviluppo sono la mancanza di una regia unica, e di un’infrastruttura di telecomunicazioni in grado di connettere tra loro tutti i dispositivi. A tale riguardo entro il 2025 il numero di Sim attive nel mondo, e quindi di telefoni in circolazione, passerà da 8,3 a 8,8 miliardi, con un tasso di penetrazione del 107%. A questi, si aggiungeranno 23 miliardi di oggetti IoT connessi”. Nel futuro tuttavia si andrà oltre la smart cities e si arriverà alla “safe city”, una città in cui la priorità sarà la sicurezza. Durante l’incontro moderato dal giornalista di Eo Ipso Carlo Tomaso Parmegiani,  sono intervenuti  Daniele Cozzi, innovation manager dello Joanneum Research di Graz, Andrea Magro, vicepresidente di Lignano Banda Larga e Marco Zuin, amministratore delegato di Triveneto Servizi.

Amalia Barbara Di Bartolo

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