L’ ESSERE SINGLE DIVENTA IL MOVIMENTO “SINGLE POSITIVITY”.

Se nel passato essere single era una vergogna, oggi è sempre più uno status di cui andare fieri: lo conferma il nascente movimento ” SINGLE POSITIVITY “, che si propone di normalizzare l’assenza di legami come una possibilità naturale.

Nel passato essere single o, come si diceva una volta, “scapolo” e “zitella”, non era certo motivo di orgoglio. Oltre allo stigma sociale, esistevano in alcuni paesi anche vessazioni governative: pensiamo soltanto alla tassa sul celibato del periodo fascista… Negli ultimi decenni, con l’apertura a forme di sessualità più libere, non avere un partner fisso è diventata una condizione sempre più comune, soprattutto dopo i trenta o i quarant’anni di età.

Per invertire la tendenza e restituire ai single la dignità che meritano si sono escogitate diverse iniziative.

La prima tra tutte, risale agli anni ’90, il Single Day che si festeggia l’11 Novembre. La cifra 1, non a caso, è un chiaro riferimento ad un singolo individuo. L’iniziativa, viene promossa inizialmente dagli iscritti all’Università di Nanchino, ma ben presto si diffonde in tutto il paese. Durante i festeggiamenti in Cina hanno luogo una serie di eventi: feste, party, serate, aperitivi e tanto altro assolutamente riservati alle persone senza compagni, senza matrimoni… Insomma ai single incalliti!

Nel 2009, uno delle strutture online più grandi in Cina, Alibaba, ne fa una operazione di marketing-economica e trasforma la ricorrenza in una giornata nella quale fare acquisti, l’operazione acquisisce una tale popolarità, che il numero di vendite supera addirittura quelle del Black Friday e del Cyber Monday.

Negli ultimissimi tempi, si aggiunge al Single Day, un vero e proprio movimento dedicato all’orgoglio single, capeggiato da alcune famose star del jet set.

Parliamo in particolare dell’attrice Emma Watson, la quale ha coniato il neologismo “self-partnered”, ossia “impegnata con se stessa”, per rispondere alle pressioni dei giornalisti, i quali le porgevano domande continue e fastidiose sul suo essere single a trent’anni.

A partire dall’impulso dell’attrice britannica, decine di star e di uomini e donne di ogni estrazione sociale si sono uniti a quella che è ormai una tendenza: il movimento “SINGLE POSITIVITY”, il quale si propone di normalizzare la solitudine allontanando lo stigma sociale ad essa collegato.

Essere “single positive”, nelle intenzioni, non significa affatto rigettare l’idea della coppia tradizionale o rifiutare i legami, ma semplicemente riconoscere che non c’è nulla di male nell’essere senza legami. Certo è facile che, come accade in tutti i movimenti, pure tra i single positive alberghino estremismi ed esagerazioni: ne sono testimonianza alcuni “matrimoni con se stessi” che sono stati effettivamente celebrati, più o meno goliardicamente, da decine di persone nel mondo.

L’ultimo sondaggio di StubHub realizzato per lo scorso single day 2020 ha scoperto che, tra i rispondenti, il 55% si dichiarava non in cerca di un compagno/a. Questo può essere letto come un buon segnale, perché manifesta paradossalmente una maggiore consapevolezza sull’importanza dei legami sentimentali: non qualcosa che si deve stringere per forza pur di non restare soli, ma un’eventualità da accogliere quando si trovano la persona, il contesto e la predisposizione interiore giusti.

E se, come diceva Oscar Wilde, “amare se stessi è l’inizio di una storia d’amore che dura tutta una vita”, è più che giusto valorizzare il rapporto con la propria persona e coltivare una vita appagante anche al di fuori dello stereotipo “obbligato” della vita in coppia.

Essere single non è un’ideologia: è una condizione di fatto che merita tutto il rispetto possibile e che non manifesta una chiusura, ma molto più spesso un’apertura agli infiniti stimoli della vita.

Naturalmente, il modo per vivere in maniera sana la propria vita da single sta nell’equilibrio: ciò significa raggiungere una soddisfazione personale completa senza però precludersi possibilità diverse per il futuro. Essere single non è un’ideologia: è una condizione di fatto che merita tutto il rispetto possibile e che non manifesta una chiusura, ma molto più spesso un’apertura agli infiniti stimoli della vita.

Marisa Paola Fontana

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