Sindrome del savant: straordinarie capacità associate a disordini dello sviluppo

L’autismo e altri disordini dello sviluppo sono frequentemente associati a una prodigiosa memoria e a capacità artistiche fuori dal comune, studi recenti sembrano chiarire l’eziologia del fenomeno.

Viene detta sindrome del savant (dal francese savoir che significa “sapere”) e comporta la compresenza in uno stesso individuo di autismo o altri disordini dello sviluppo e capacità assolutamente eccezionali di carattere per lo più artistico, mnemotico, di calcolo, tecnico o spaziale. I primi casi documentati risalgono al 1789, mentre i primi studi al 1887 e si attribuiscono a J. Langdon Down, noto per aver anche definito e studiato la sindrome che da lui prende il nome. Questa particolare condizione è congenita o sviluppabile in un secondo momento nel corso della vita in relazione alla comparsa di problematiche cognitive. Si presenta generalmente in soggetti con QI compreso tra 40 e 70 e di sesso maschile, che sono infatti dalle 4 alle 6 volte superiori al numero dei soggetti femminili. Ѐ una condizione particolarmente diffusa, si manifesta infatti in circa 1 soggetto su 10 tra le persone affette da autismo e in 1 su 2000 tra gli individui colpiti da danni celebrali o deficit cognitivo.

Come appare evidente buona parte delle capacità legate alla sindrome sono connesse alle attività celebrali cui presiede l’emisfero destro del cervello, per tale ragione l’ipotesi più accreditata riguardo la sua eziologia prevede un danneggiamento dell’emisfero celebrale sinistro che porta il destro ad attuare un processo di compensazione che gli fa avere uno sviluppo e un’attività particolari. A sostegno di questa tesi si ricordi che lo psicologo T. L. Brink, negli anni ’80, ha rilevato lo sviluppo della sindrome in soggetti nati privi di disturbi dello sviluppo che in un secondo momento hanno subito una lesione all’emisfero sinistro del cervello. Risultati ancora più rilevanti sono stati raggiunti da N.Geschwind e A. M. Galaburda che, sempre negli anni ’80, presentarono una teoria secondo la quale la presenza nei
soggetti affetti dalla sindrome di danni nell’emisfero celebrale sinistro sarebbe dovuta al fatto che questa parte del cervello completa il proprio sviluppo più tardi rispetto quella destra, cosa che la rende maggiormente esposta al rischio di formarsi in maniera anomala a causa di problematiche prenatali. Inoltre, sempre secondo questi, la comparsa della sindrome in
numero maggiore in soggetti maschili è dovuta al maggior testosterone in circolo rispetto ai soggetti femminili, dato che questa sostanza è in grado di inficiare il corretto sviluppo dell’emisfero celebrale sinistro in via di formazione.

Allo stato attuale la sindrome del savant rappresenta un’importante risorsa non soltanto per comprendere i meccanismi di funzionamento del cervello e lo sviluppo delle varie forme di intelligenza negli esseri umani, ma anche per illuminare sui meccanismi di compensazione e adattamento del sistema nervoso centrale, rappresentando una risorsa per cercare di comprendere e curare patologie degenerative come l’Alzheimer. Gli studi più recenti sembrano dare conferma alle ipotesi attinenti l’eziologia della sindrome sopra esposte, intanto vengono portati avanti nuovi studi in relazione alla comparsa della sindrome in soggetti neurotipici che hanno sviluppato problematiche cognitive in un secondo momento nel corso della vita, questi casi infatti lasciano supporre che le straordinarie capacità in questione siano in realtà quiescenti in ogni cervello umano.

Glenda Oddi

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