La location d’eccezione è la Cantina Dionigi di Bevagna.
Le “Storie di fiori” di Mari Mantovani sono in mostra fino a domenica 29 settembre in una location umbra d’eccezione. Per chi non conoscesse ancora l’inconfondibile tocco dell’artista perugina Marisa Mari Mantovani, a cui abbiamo già dedicato un approfondimento di cui al presente link, questa può essere l’occasione giusta. Basterà dirigersi verso la “Cantina Dionigi” in via Madonna della Pila, 44 a Bevagna in provincia di Perugia e il primo passo è fatto. Ad accogliere i visitatori non sarà un anonimo spazio espositivo, ma una vera e propria cantina di famiglia. E così tra botti e barrique dal 2023 nella verde cornice umbra, trova spazio una vera e propria galleria di arte contemporanea, oseremmo dire, unica nel suo genere.
La galleria, dove le tele di Mantovani sono in mostra, ha un suo nome. Si chiama infatti “Arya” che in sanscrito significa “nobile”, “puro”, “sacro”. E se è vero che il destino è scritto nel nome, la galleria non potrà che attirare e unire persone che vibrano su frequenze di un certo tipo. Una cantina dunque che è anche galleria d’arte la cui nascita si è avuta grazie alla sinergia della curatrice Paola Musio, anch’essa pittrice, e ai fratelli Dionigi. Una sorta di “joint venture” che si arricchisce di nuovi contenuti ogni volta che le porte si aprono per ospitare un artista. Il mese di settembre 2024, come anticipato in apertura, è il mese dedicato alle “Storie di fiori” di Mari Mantovani.
Sono infatti proprio i fiori, insieme alle figure femminili di ogni età e nazione, a costituire il leit-motiv dell’artista. Sono a carattere floreale i tessuti degli abiti delle protagoniste ritratte, come anche i drappeggi dei tendaggi che fanno da contorno alle scene, ma anche le tappezzerie di sottofondo. Ci sono poi delle tele come quella dal titolo “Il tappeto di Holbein” dove il manto erboso, su cui poggiano i piedi, sembra costituire un tutt’uno con il tendaggio sul retro, tanto sono identici colori e fogliame rappresentati. Riprendendo il famoso verso della “Tavola di Smeraldo” si potrebbe dire che l’artista dipinge “come in alto così in basso”. Le persone ritratte appaiono quindi perfettamente inserite nei contesti paesaggistici, come a significare che si tratti di un tutt’uno. E la cosa affascinante sono le espressioni dei visi, prevalentemente solari, sorridenti, carichi di un’energia vitale che arriva diretta all’osservatore. Donne quindi che, come i fiori, sembrano sbocciare all’interno delle tele quasi fossero delle vere e proprie divinità.
E infatti Mantovani nella sua carrellata di figure femminili non manca d’includere personaggi che rimandano al sacro. E’ questo il caso di Maria Maddalena con in mano il Sacro Graal, della “Madonna” che sembra più avere le sembianze di una Venere del Botticelli per quanto è bella e giovane, nonché della dea Lakshmi” che inonda col suo sorriso luminoso chi a lei si rivolge. Una spiritualità che ritorna anche nell’olio su tela che raffigura “Kwuayn Yin” Dea della Misericordia e, in modo più simbolico, sulla tela dal titolo “Lobella Gibbosa”. E’ stata infatti la stessa autrice a dire, in occasione dell’apertura della mostra, che questa pianta non di comune conoscenza, può fungere da ponte verso dimensioni superiori.
Donne dunque con una certa aurea di regalità, ma non solo. Le figure maschili infatti, seppur in numero inferiore, ci sono e sono spesso ritratti come la metà di una coppia, artistica o animica. Quasi a voler suggerire che le donne sono dee ma anche compagne di vita, madri, muse, amiche. Ed infatti a ricordare al visitatore che la storia fin dai primordi è fatta dall’unione del maschile e del femminile, ci sono due tele, di dimensioni più imponenti, collocate a destra e sinistra dell’accesso alla sala grande della mostra. Si tratta di Adamo ed Eva ovviamente ritratti in un floreale giardino dell’Eden.
Rientrano poi tra i quadri in esposizione anche spaccati di vita contemporanea. E’ questo il caso dell’olio su tela (80×100) intitolato “Tablet” con una donna svestita ritratta seduta e di profilo intenta a guardare il maxi schermo di un tablet. Tante le implicazioni che si celano dietro e a cui l’artista ha voluto fare cenno con la solita miriade di dettagli disseminati nell’opera. Difficile quindi seguire un unico filone; molto meglio lasciarsi trasportare dalle mille suggestioni che le tele di Mantovani evocano. Se poi a parlare non sono solo le immagini visive, ma anche i richiami simbolici, di cui i quadri sono pregni, le sollecitazioni raggiungono l’apoteosi.
Per chi volesse immergersi tra i profumi del nettare divino della cantina Dionigi e le suggestioni delle opere di Mantovani, è bene sapere che la mostra è visitabile in linea con gli orari di apertura della Cantina Dionigi. Ma le “Storie di fiori” non finiscono qui! Si chiama così anche il libro di Mari Mantovani che sarà presentato al pubblico sabato 28 settembre alle ore 17:30. La location ovviamente sarà sempre la Cantina Dionigi perché, a dirla con la curatrice e gallerista Paola Musio, nella galleria si espongono “opere non solo pittoriche, ma anche sculture, ceramiche, gioielli e libri”.
Di Maria Teresa Biscarini