Santa Maria della Scala Duomo di Chieri

di Bruno Cimino

Gli edifici religiosi presenti a Chieri (To) indicano che già nell’Alto Medioevo, man mano che la cristianità si sostituiva al paganesimo, la città si consegnava ad una sempre più forte influenza ecclesiastica. Sul finire del IV secolo, la diocesi di Torino acquisì l’autonomia ecclesiastica, staccandosi da quella di Vercelli.

Le avvicendate dominazioni dei barbari e le sorti delle guerre ingaggiate da imperatori, re e casate di turno, per rivendicarne il possesso, non fermarono lo sviluppo di Chieri, anzi, favorirono il potere della dottrina cristiana e assecondarono la vocazione imprenditoriale della città, già presente in epoca romana, dedita alla produzione del fustagno e alla coltivazione del gualdo (pianta della famiglia delle Brassicacee, fa parte delle cosiddette “piante da blu”, da cui si ottiene un colorante di questo colore) che consentiva un fiorente commercio mercantile gestito da facoltose famiglie del luogo.

Dopo lo stato di desolazione dell’anno Mille, causato dai “pagani” Saraceni ed Ungari, nel secolo successivo, in tutta la provincia vi fu una frenetica opera di ricostruzione e fondazioni di abbazie. Artefici del profondo cambiamento di Chieri furono i vescovi Landolfo e Carlo i quali avviarono la costituzione di un episcopio territoriale che trovò l’apice del suo trionfo, quando nel 1427, venne trasferita da Torino l’università, che vi rimase per sette anni.

La posizione geografica, sul margine meridionale delle colline del Po, il territorio tra i bacini del Banna e del Tepice, l’ambiente mite e la vicinanza al capoluogo garantiscono agli attuali 36 mila abitanti di vivere in una città tra le più turistiche del Piemonte.

Allo sguardo del visitatore, l’attrazione maggiore è la maestosa chiesa di Santa Maria della Scala, meglio conosciuta come il Duomo di Chieri. L’antica costruzione è databile tra il IV e il V secolo, nata sopra i resti di un tempio pagano, dedicato a Minerva.

La chiesa di Santa Maria di Chieri è stata il capolavoro del vescovo Landolfo che la edificò in stile romanico, intorno al 1037; la conduzione venne affidata ad un apposito Collegio. Gli statuti della “Collegiata” furono scritti nel 1338, nel 1360 e nel 1387. Tutti gli ordinamenti, radunati in unico testo di legge, vennero approvati con decreto 1° novembre 1426 dal Vescovo di Torino Aimone da Romagnano e rimasero in vigore fino al 1799.

Dal primo nucleo della chiesa si possono contare diversi interventi subiti nei secoli: oggi ce la consegnano con accenni in stile romanico, neogotico, barocco e rinascimentale.

abbonati per leggere la versione completa

Articoli simili

MALIKA AYANE FA VIBRARE ROMA IN CONCERTO IL 30 NOVEMBRE 2024

Ovunque io sia di Romana Petri

‘Brotti! E non ridere che sei come loro’