Rosario Rito, il poeta maestro di vita

by Bruno Cimino

Può capitare di partecipare ad un premio letterario e di conoscere un poeta maestro di vita. L’incontro è avvenuto al XX Premio Internazionale di Poesia Onde Mediterranee che si tiene ogni anno a Tropea.

Il poeta maestro di vita si chiama Rosario Rito e la sua levatura umanistica la rilevi leggendo tra le righe del suo ultimo libro “L’isola misteriosa”.

In ogni componimento non evinci solo la benevola ispirazione che Calliope ha donato al nostro amico e collega scrittore, ma raccogli la grandiosità del pensiero che schiaffeggia e istruisce l’uomo terreno, quello circondato da aridità e indifferenza.

Rosario Rito, nonostante il suo stato fisico, è immune a tutte le avversità e sfida gli uragani che scuotono il mondo e grida silenziosamente come solo un poeta autentico sa fare e vince quando scrive per coloro che miseramente pensano che lui sia diverso: “A che serve saper parlare se non hai niente da dire? /A che serve camminare se non sai dove andare? /Aver il dono della vista se non sai cosa osservare?

Le sue precedenti pubblicazioni, a partire da “Fratello” (1981) e “Momenti” (1983), sono state l’inizio di una lunga attività letteraria, proseguita, nel 1994, con “Sete di uguaglianza” (comedia teatrale in tre atti), poi, nel 1999, con le raccolte poetiche “Ciao amico” e “Fratello ti confido i miei momenti” e “Gesù il predicatore” (2010), senza dimenticare il saggio “Educarsi alla disabilità” (2001 riedito nel 2021).

Insomma, abbiamo voluto elencare questa lodevole attività letteraria perché essere portatori di grandi sentimenti è ciò che la cultura chiede per dare un senso alla vita e per garantire  un futuro ad ogni essere umano il cui ruolo è da recepire per quel che fa e non per quel che è. Diceva l’illuminato Dali: “Non è importante il messaggero, ma il suo messaggio”, e quello di Rosario Rito, maestro di vita, incarna alla perfezione questo spirito. 

Dunque, non è una paresi spastica che può fermare la divinità del pensiero di un poeta. No. L’uomo comune è circoscritto, vede un orizzonte, ha un quoziente di cognizione e di apprendimento, vive insomma dentro i limiti del suo cervello. 

Al poeta, invece, e solo al poeta è dato poter raggiungere l’Infinto. 

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