Il miglior film della sua carriera secondo Robert Downey Junior

Robert Downey Junior attualmente sta facendo il giro del mondo per promuovere l’uscita nelle sale cinematografiche di “Dolittle“,  il terzo adattamento cinematografico del famoso dottore protagonista di ben 14 romanzi pubblicati dallo scrittore britannico Hugh Lofting.
Nel corso di una delle ultime interviste gli è stato chiesto qual è il film che egli possa considerare come il migliore della sua carriera. A sorpresa l’attore ha risposto “Kiss Kiss Bang Bang“, un film comico poliziesco del 2005 che vedeva lo statunitense Shane Black al suo esordio alla regia e Val Kimmer nei panni dell’ investigatore omosessuale Gay Perry von Shrike.
«Penso che Kiss Kiss Bang Bang, in qualche modo, sia il miglior film che io abbia mai fatto. È finito col diventare  un biglietto da visita. È uscito, ha floppato, ma Jon Favreau l’ha visto e ha detto: “Questo tizio potrebbe fare un film d’azione”. E così finì con l’essere il mio biglietto da visita per l’Universo Marvel» ha dichiarato.
In poche parole, secondo lo stesso Robert, è merito di quell’imbranato ladruncolo di Harry Lockhart se è stato notato e proposto per un ruolo in un film d’azione e si è ritrovato a vestire gli abiti e l’armatura di Tony Stark/Ironman per  11 anni.
Intanto, sempre nel corso di una delle tante interviste promozionali per “Dolittle”, il corrispondente di Yahoo Entertainment, Kevin Polowy, ha avuto modo di chiedere all’attore quale sia stato il suo stato d’animo quando ha dovuto dire addio a Tony Stark dopo “Avengers: Endgame”.
Robert ha risposto scherzando:  «Il contratto era scaduto, perciò nessun problema. Quando ho smesso di ricevere bonifici ero più che pronto all’addio».
Parlando in toni più seri, ha rivelato che in realtà interpretare il supereroe dall’armatura d’acciaio gli ha messo addosso una certa responsabilità: «Quando un bambino ti guarda e di riveste di proprietà magiche è qualcosa di speciale, perché – e parlo per me – siamo così fragili e imperfetti, e cerchiamo solo di fare la cosa giusta cavandocela da soli. Bene, quando vieni idealizzato ti rendi conto che “Oh” – seppur non si tratti di un obbligo – ma, voglio dire, sei tipo “Oh, ok”, hai la possibilità di impegnarti e cercare di essere un po’ d’esempio. Mi ha aiutato molto, perché odio deludere i più piccoli».
Per l’attore, interpretare Tony Stark ha significato dover fondere completamente se stesso con il personaggio, cosa che gli è capitata soltanto due volte (almeno finora): «Ci sono state due occasioni, nella mia carriera, in cui mi sono ritrovato in questo sogno febbrile a occhi aperti preparandomi per una parte. La prima volta è avvenuto con Chaplin, la seconda con Iron Man. E non si è trattato tanto di mettermi in completa correlazione con lui, quanto di presumere che fosse il mio destino costruire questo personaggio intorno a tutte le mie esperienze».

Yami

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