Il teatro-gioiello Sala Umberto, nel pieno centro di Roma, in Via della Mercede, riapre dopo mesi di silenzio per il Covid-19.
Il direttore artistico Alessandro Longobardi ha deciso di parlare attraverso il suo lavoro e la sua passione: il teatro. Ricomincia, dunque, la grande avventura delle emozioni con una sua produzione: “Maurizio IV, un Pirandello Pulp” (dal 9 al 25 ottobre).
Scritto da Edoardo Erba lo spettacolo, parodiando il grande Luigi Pirandello, immagina di portare in scena “Il Gioco delle Parti” con un regista (Maurizio) che si ritrova su un palcoscenico vuoto. Non sono arrivate le scenografie, i costumi, i tecnici e soprattutto, gli attori.
Il cast vanta due cavalli di razza come Giampiero Ingrassia e Gianluca Guidi, una coppia affiatata che ha più volte lavorato insieme e che condivide anche anni di amicizia al di fuori del palco, Massimiliano Gagliardi, eccellente musicista, che ha messo a disposizione di questa storia la sua più acuta sensibilità e eccellente conoscenza musicale e Francesca Grossi, costumista.
La rappresentazione del Maurizio IV, dopo aver debuttato nel 2019 al Napoli Teatro Festival, aveva appena iniziato la tournée quando è scattato il lockdown catapultando tutti in un film “tratto, purtroppo, da una storia vera”.
Il peggio è passato? Non lo sappiamo, anche se proviamo a guardare con ottimismo al futuro senza dimenticare tutte le regole e le procedure necessarie per ripartire in sicurezza, cercando di riappropriarci delle nostre vite e della normalità.
Ed eccoci alla Sala Umberto: si alza il sipario… e, come spiega il regista Gianluca Guidi, “Sul palco, dove dovrebbe andare in scena Il Gioco delle Parti di Pirandello, Maurizio, il regista dello spettacolo, si aspetta un altro tecnico per il montaggio e il puntamento delle luci, ma si presenta Carmine, un siciliano di mezza età, indolente, che non sembra aver molto entusiasmo per il lavoro. Carmine è stato appena assunto e non sa nulla dello spettacolo, così Maurizio è costretto a ripercorrere tutto il testo per farglielo capire. Oltre a essere svogliato, Carmine soffre di vertigini e ha paura di salire sulla scala, e pur di non farlo si mette a discutere su ogni dettaglio della regia. Benché dettate dalle vertigini, le sue idee sono inaspettatamente innovative e Maurizio passa dall’irritazione all’interesse. La discussione fa nascere in lui l’idea di una regia pulp: un Gioco delle parti ambientato in uno squallido parcheggio di periferia, dove si consumano scambi di coppie…”.
Il resto lo vedrete di persona.
Bruna Fiorentino