Quei politici a favore della corrida

Il 23 ottobre 2019 al Parlamento europeo si è votato a favore dei sussidi per le manifestazioni tradizionali, ad esempio la corrida madrilena (49% Sì e  14% astenuti). I nostri dieci rappresentanti, pochi ma efficaci,  che hanno deciso con il loro voto a favore dei finanziamenti, probabilmente anche con fervore, sono stati: Bonafè Simona (PD), Danti Nicola (PD), Roberti Franco (PD), Martusciello Fulvio (FI), Milazzo Giuseppe (FI), Tajani Antonio (FI), Patriciello Aldo (FI), Salini Massimiliano (FI), Herbert Dorfmann (SVP).

Quello approvato dal Parlamento europeo è il proseguimento dei contributi del “bilancio agricolo dell’Ue” per la corrida nel sud d’Europa.
La Proposta di risoluzione – Emendamento 30 bis,  ricorda la posizione espressa nella risoluzione di ottobre 2015, secondo cui gli stanziamenti di bilancio non dovrebbero essere utilizzati per finanziare attività legate alla corrida. Che non è l’unica.
In un molto interessante articolo a firma del Partito Animalista Tedesco leggiamo che: “Già nel 2015 e 2016 la maggioranza del parlamento dell’UE ha votato che nessun fondo UE dovrebbe essere utilizzato per raccogliere fondi destinati alle corride…”
“Nel 2018, la fine di questi sussidi è stata persino inclusa nella risoluzione sulla riforma dei prossimi bilanci 2021-2027 nell’ambito della politica agricola comune (PAC). Motivo di entrambe le decisioni parlamentari: la corrida era incompatibile con la direttiva sulla protezione del bestiame del Consiglio dell’Unione europea.
Tuttavia, la Commissione europea ha incluso nel bilancio adottato una breve nota a piè di pagina in cui si afferma che la decisione del Parlamento non può essere eseguita. La ragione di ciò è che i sussidi derivano dalla nuova ” Politica agricola comune dell’UE ” che è entrata in vigore nel 2005 non più per scopi specifici, ma piuttosto per gli agricoltori e ciò che poi producono con i soldi, sempre sotto la sovranità degli Stati membri. 
In sostanza, si legge ancora nell’articolo: “i sussidi agricoli vanno agli agricoltori, che usano quindi animali da fattoria non per l’agricoltura ma per eventi culturali e quindi hanno il permesso di commettere le violazioni più crudeli delle norme sul benessere degli animali che regolano gli obblighi di sussidio ! 
Conclusione: la risoluzione del 23 ottobre scorso dà incentivi per gli allevamenti di tori che dal canto loro saranno usati per la corrida. Vista la genericità della formula anche economica, non è facile quantificare in milioni di euro di quanto beneficeranno gli allevatori per tori da corrida, appunto perché i fondi sono “mischiati” nel bilancio agricolo, cosa che fa ancora più scandalo. Comunque, pochi o tanti che siano, l’esternazione non deve mancare.
Secondo Michel OnfrayCi vuole un formidabile potenziale sadico per pagare l’ingresso in un’arena in cui lo spettacolo consiste nel torturare un animale, farlo soffrire, ferirlo crudelmente, raffinare i gesti barbari, codificarli (come un inquisitore o un torturatore che sa bene fino a che punto bisogna arrivare per mantenere in vita il più a lungo possibile chi, in ogni caso, sarà messo a morte) e godere in modo isterico quando il toro è sfinito perché non vede più nessuna via d’uscita”. Eppure spettacoli crudeli come questo resistono e vengono finanziati anche con decreti legislativi mirati. 
Abbiamo chiesto a tutti gli onorevoli protagonisti di questa risoluzione comunitaria una propria opinione Ma è stato come chiedere a dei sordi. È come se la loro attività consistesse  nell’alzare la mano e votare questa o quell’altra legge in base alle direttive del proprio partito o della coalizione alla quale appartengono.

Bruno Cimino

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