Quando il canottaggio diventa agonismo e inclusione

Sono in acqua fino al 1° agosto equipaggi misti internazionali, master e diversamente abili, col sostegno della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale

Il canottaggio è protagonista nello sport e nella società. Sono quattro barche, quattro equipaggi da otto con timoniere, quattro persone di staff, quattro motoscafi d’appoggio, dodici giorni per circa 600 chilometri in acqua. Sono questi i numeri che rappresentano la Discesa del Danubio a remi organizzata dal Circolo Canottieri 3 Ponti di Roma, con la collaborazione del Circolo Donauhort Ruderverein di Vienna, senza dimenticare il prezioso contributo della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale. C’è soddisfazione durante l’evento da parte degli organizzatori della regata. Per la prima volta nella storia c’è l’emanazione, del Governo austriaco, di un Decreto governativo che conferisce ufficialità alla Discesa inclusiva del Danubio da Passau a Budapest. È senza dubbio un riconoscimento importante, il quale contribuisce ad assicurare un surplus di visibilità alla regata. Non dobbiamo nascondere che è molto utile poiché lo status di “evento Natale” consente alle barche che partecipano di avere la precedenza rispetto alle altre imbarcazioni e alle navi, compresa la scorta della polizia navale agli equipaggi, senza tralasciare l’assistenza tecnica.

Fiume e squadra fuori dal comune

Il Danubio, secondo fiume d’Europa, quasi 3000 chilometri di corso fino al Mar Nero, è il teatro dell’impresa con gli assoluti protagonisti degli equipaggi inclusivi ed internazionali che stanno percorrendo le acque: gli atleti Master del Circolo Canottieri 3 Ponti, di età media tra i 55 e i 60 anni, alcuni di 75 anni; gli atleti diversamente abili del Donauhort Ruderverein di Vienna, con i loro accompagnatori sempre dal circolo viennese – tra cui David Erkinger, atleta ipovedente facente parte della squadra nazionale austriaca di Pararowing e Claudia Rauch, atleta non vedente, degli atleti italiani della squadra Paralimpica del C. C. Aniene, Luca Agoletto e Daniele Stefanoni, e degli atleti Pararowing del Circolo Canottieri 3 Ponti Marco Carapacchio e Daniela De Blasis, quest’ultima alla sua prima volta nell’impresa, che vede quest’anno il 60% degli equipaggi femminile. Grandi assenti Ludovica Tramontin e Giacomo Perini del C.C. Aniene, che avrebbero dovuto prendere parte all’impresa, ma convocati in contemporanea al raduno federale in preparazione degli Europei di Pararowing.

La Fondazione a fianco

Il sostegno della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e del suo Presidente, il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele che tra i suoi interventi sistematici include l’appoggio a manifestazioni sportive capaci di mettere in pratica ed offrire visibilità ai valori dell’integrazione e dell’inclusione, proprio come è l’obiettivo della Discesa del Danubio a remi. Il canottaggio è una disciplina dove la disabilità sta dimostrando di intrecciarsi con la pratica sportiva, sia quella degli allenamenti quotidiani oppure quella di regate difficili come questa, che regala alle sue atlete e ai suoi atleti il successo nelle gare paralimpiche. 

Francesco Fravolini

Articoli simili

UniNa Corse Days

Sciopero dei Medici del 20 Novembre

Basket, arriva Pick-Roll