Quando fare impresa al femminile si traduce in cooperazione

La storia di 5 donne che hanno ridato vita ad un borgo

“Le donne non sanno fare squadra!”. Questo si sente dire in giro. Ma si sa, le generalizzazioni non vanno mai bene. Ed infatti la storia che ha a che fare con un borgo di montagna che ha ripreso a vivere, ne è l’esatta dimostrazione. La location dove cinque donne e imprenditrici hanno compiuto il miracolo, sia in termini fattuali che di cooperazione, è a Sant’Anna di Valdieri in Valle Gesso in provincia di Cuneo. Ebbene quanto è stato realizzato in questa zona tra le montagne piemontesi, ha suscitato l’interesse della stampa non solo locale.  

Le eroine in questione rispondono ai nomi di Cinzia, Rita, Michela, Marcella e Cinzia. Si deve proprio alla loro intuizione e determinazione se questo borgo di montagna, da uno stato di semiabbandono è tornato a nuova vita e non solo nella stagione più turistica dell’anno. E’ quindi grazie a loro se locande e rifugi sono tornati a riaprire i battenti salvando così il paese dallo spopolamento. Si deve sempre a loro la riattivazione di sentieri abbandonati, e la riscoperta di antiche ricette del posto che consentono di tenere vive e far conoscere cucina occitana e tradizioni contadine. 

Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare le cinque non si conoscevano, pertanto ognuna ha seguito il proprio sentire e la propria intuizione e ha creato una personale attività che ora opera in sinergia con le altre. Scendendo più nello specifico Cinzia Chiambretto ha fatto nascere  Balma Meris, la sua locanda alpina nonché progetto di vita. Quindi quella che un tempo era la scuola del paese ora è diventata una vera e propria locanda a tutti gli effetti. Quasi in parallelo anche le altre quattro donne hanno deciso di stabilirsi nel borgo di montagna per fare impresa. Si sta parlando di Michela e Marcella Formento, Rita Salvai e Cinzia Damiano.

Vediamo quindi, più da vicino, quali sono le ulteriori attività che ciascuna di loro porta avanti in autonomia, ma sempre in un’ottica di cooperazione. E’ stata idea di Michela aprire “La Casaalpina”, dotata di un nutrito numero di posti letto che si sposa particolarmente bene per l’accoglienza di grandi comitive di giovani. Si deve invece a Marcella La Casaregina, un residence fatto di mini  appartamenti che consentono di vivere la montagna in totale autonomia e con i comfort necessari. L’idea di Rita è stata invece quella di dare vita ad una casa vacanze nel Parco delle Alpi Marittime a cui ha dato il nome di Bio Magia nelle Marittime. Cinzia Damiano infine ha aperto un’osteria-negozio che risponde al nome di I Bateur, dove è possibile degustare e acquistare i vari prodotti tipici del territorio.

Il fil-rouge che lega tutte queste iniziative e le loro promotrici è, strano ma vero, la collaborazione e la condivisione. Parafrasando quanto sono state loro stesse a dichiarare ai vari organi di stampa “Quando c’è un progetto partecipiamo come filiera”. Quindi nella loro capacità di offrire servizi e prodotti diversificati e forse complementari hanno trovato la chiave di volta per evitare di farsi concorrenza. E stando a quello che hanno rilevato di questa concorrenza se ne può fare tranquillamente a meno o forse non ce ne è proprio bisogno. 

Di Maria Teresa Biscarini

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