Acqua sulla Luna? Forse c’è un modo.

Avere acqua sulla Luna non è più soltanto fantascienza. Grazie ad un processo chimico-fisico è possibile estrarre ossigeno dalla sabbia lunare e, di conseguenza, produrre acqua. Il risultato è frutto di esperimento condotti dal Politecnico di Milano e da OHB Italia, esperimento partito grazie al via dell’Agenzia Spaziale Europea e dell’Agenzia Spaziale Italiana. Un altro passo verso la colonizzazione della Luna.

Una scoperta che permetterà di produrre acqua direttamente sulla Luna, evitando, per le missioni future, il rifornimento dal pianeta Terra. Una semplificazione non da poco, la Luna non è esattamente dietro l’angolo.

L’esperimento è stato guidato dalla Prof.ssa Michèle Lavagna e ha sfruttato un prototipo di impianto realizzato ed installato nei laboratori del dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico. Un impianto che è riuscito a produrre acqua estraendo ossigeno dagli ossidi presenti nei minerali che formano il terreno lunare. Essendo minerali che si trovano anche sulla Terra, è stato possibile effettuare l’esperimento anche qui.

Come dichiarato da Lavagna, infatti:

“Il risultato ottenuto dal Politecnico di Milano e da OHB Italia apre nuove stimolanti prospettive nell’ambito dell’esplorazione lunare e di una presenza umana permanente e sostenibile. Si tratta di un processo che presenta elementi innovativi di matrice squisitamente italiana che pone il nostro Paese in una posizione di rilevanza internazionale nello scenario delle prossime attività di esplorazione umana extra-terrestre”.

Una grande rivoluzione, insomma, resa possibile grazie alla collaborazione di scienza, ricerca e industria privata, come ha sottolineato Roberto Aceti, l’AD di OHB Italia:

“Per viaggiare nello Spazio e creare basi abitative sulla Luna e su Marte abbiamo bisogno di realizzare tecnologie pronte per sostenervi la presenza umana. Produrre ossigeno in ambiente lunare testimonia come la stretta collaborazione tra scienza, ricerca universitaria e imprese possa portare a sviluppare un prodotto industriale di altissimo valore tecnologico in grado di cambiare le prospettive del nostro futuro oltre a riconfermare le altissime competenze spaziali dell’Italia sulla scena mondiale”.

Domenico Attianese

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