Piganzoli e Pellizzari, il futuro del ciclismo italiano

Il Giro d’Italia 2024 ci ha regalato due belle speranze per il ciclismo italiano. Giulio Pellizzari e Davide Piganzoli sono due giovanissimi diamanti grezzi che solo il tempo dirà essere in grado o meno di brillare. Sono rispettivamente al secondo e primo anno di professionismo ma hanno già messo in luce alcune qualità interessanti.

Giulio Pellizzari compirà 21 anni a novembre: era il più giovane in corsa al Giro ma non sembrava. Scalatore puro (66 kg nonostante 1.83 m di altezza), corre per la squadra continental italiana VF Group-Bardiani CSF-Faizanè, ma nella prossima stagione sarà nello squadrone Bora-hansgrohe (sponsorizzata Red Bull). Non ha ancora ottenuto successi di livello pro, ma lo scorso anno ha vinto il Giro del Medio Brenta e soprattutto l’ultima tappa del Tour de l’Avenir (il Tour de France Under-23) che ha chiuso al secondo posto generale. In questa stagione ha fatto un buon Tour of the Alps (ottavo in classifica) ma nella prima parte del Giro era un po’ in ombra per problemi fisici. Nell’ultima settimana con un paio di attacchi, ha invece sfiorato il successo nella tappa 16 (secondo dietro Pogacar) e ha chiuso sesto in quella del Monte Grappa, insieme ai migliori.

Davide Piganzoli invece ha corso un Giro quasi all’opposto: è sempre stato con i migliori o si è staccato solo nei finali di tappa. Per lui una sola fuga sul Mottolino e poi una buona regolarità che lo ha portato a chiudere al 13º posto della Generale. A differenza di Pellizzari, il ventiduenne della Polti Kometa, è al primo anno pro e ha già centrato due successi in questa stagione: tappa e classifica generale del Tour of Antalya. Anch’egli era a quel Tour de l’Avenir con Pellizzari, in cui ha ottenuto il terzo posto finale. 

La stoffa c’è in entrambi i casi: ora tocca a loro diventare corridori importanti.

Daniele Capello

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