Emergenza Climatica, ora lo dichiara anche il Parlamento Europeo

Il Parlamento Europeo ha ufficialmente dichiarato l’emergenza climatica e l’ha fatto attraverso una risoluzione approvata a fine 2019 proprio pochi giorni prima della Cop25, ossia la conferenza delle Nazioni Unite sul Clima, dove sono state rivelate diverse statistiche che mettono in luce il grave rischio e i gravi problemi che il cambiamento climatico sta già provocando all’intero pianeta e a tutte le nazioni.

La risoluzione è stata effettuata allo scopo di organizzare le politiche e le proposte legislative orientandole verso l’obiettivo di limitare il riscaldamento del pianeta al di sotto degli 1,5 gradi, così da evitare problemi ancora più disastrosi di quelli attuali (con un riscaldamento climatico che non arriva nemmeno ad un grado rispetto alla norma).

Ci sono stati 225 voti contrari e 19 astensioni, ma la mozione è passata con 429 voti a favore. Tuttavia, quando i danni del riscaldamento globale sono sotto gli occhi di tutti, fa pensare che ci sono stati così tanti voti contrari.

L’obiettivo è quello di organizzare una strategia per raggiungere la “neutralità climatica”, ossia il non impattare più sull’ambiente come facciamo attualmente, al più presto possibile o, come limite imposto, entro il 2050. Entro il 2030, poi, i deputati a favore della risoluzione (socialdemocratici, liberali e di sinistra), poi, hanno anche chiesto di introdurre come obiettivo la riduzione del 55% delle emissioni dei gas serra.

La risoluzione, poi, parla chiaramente di emergenza climatica e dichiara di volerla combattere in breve tempo:

“Dichiara un’emergenza climatica e ambientale, invita la Commissione, gli Stati membri e tutti gli attori globali e dichiara il proprio impegno a intraprendere con urgenza le azioni concrete necessarie per combattere e contenere tale minaccia prima che sai troppo tardi”.

Un nobile scopo che, se attuato, servirà davvero a limitare i danni all’umanità e che se fosse stato fatto anche solo 10 anni fa, avrebbe evitato, o evitato in parte, la situazione in cui siamo oggi.

Domenico Attianese

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