Pane, amore e Coronavirus

Si fanno sempre più insistenti le tesi (non provate) che il Covid-19 sia anche figlio di una spregiudicata modalità alimentare dell’uomo. È quanto sostengono i rappresentanti dell’associazione Essere Animali, i quali puntano il dito proprio sul sistema alimentare che, quindi, è “urgente cambiare”.
A dare l’allarme e convincerci di questo improrogabile ravvedimento è la notizia di qualche giorno fa che quasi 70 persone sono risultate contagiate nell’area del Mantovano. Si è trattato di lavoratori nei macelli e salumifici risultati positivi, anche se in forma leggera, al Coronavirus.
I giornali locali hanno titolato “Servono più controlli nei macelli”; “Regole anticovid non rispettate nei macelli”; “Focolai nel Mantovano tra macelli e salumifici”, e altri.
Nel momento in cui scriviamo sono in corso ulteriori ricerche per capire la vera causa i cui probabili ricettori potrebbero essere identificati nel freddo delle celle, umidità, ritmi di lavoro stressanti e, non ultimo indiziato, il difficile rispetto delle norme igieniche.

Questa pandemia, non ancora debellata, ci consegna un’opportunità per riflettere se vogliamo o meno resettare le nostre abitudini negative, riposizionarci su uno stile di vita più adeguato e dare sicurezza alla nostra salute.
Altro artefice di notevole responsabilità sono gli allevamenti intensivi che, oltre ad essere strutture di alta crudeltà nei confronti degli animali, costituiscono anche ricettacoli di diffusioni pandemiche. È da questi lager che sono sprigionati, ad esempio, due forme di influenza aviaria altamente patogene e ad alto tasso di letalità, l’H5N1 e l’H7N9, così come la cosiddetta “influenza suina” che nel 2009 fece 200.000 vittime.
E allora, in qualche modo, bisogna cambiare. La domanda è: “È possibile vivere senza prodotti di origine animale?”. Ci sono diverse scuole di pensiero. La letteratura scientifica offre numerose conferme dei comprovati benefici per la salute di un modello alimentare che fa di cereali, legumi, verdure, frutta secca e semi oleosi la base della dieta quotidiana.
Il Covid-19 ci ha aperto una realtà straordinaria tra il poter consumare prodotti fatti in casa, rinnovando sentimenti che ci hanno tenuti uniti contro un nemico invisibile. Sintetizzando, abbiamo vissuto tra “pane, amore e coronavirus”.
Se è vero che non è tutto oro quello che luccica, è anche vero che non tutti i mali vengono per nuocere o, comunque, possiamo utilizzarli come segnali di convincimento, vedi ad esempio la chiusura di uno dei più brutali allevamenti sito nel comune di Senigallia, a seguito di una straordinaria indagine e denuncia di Essere Animali i quali hanno filmato le uccisioni dei maiali con violenti colpi di mazza.
La chiusura di questo allevamento, tuttavia, non inficia l’azione legale che l’organizzazione ha mosso contro i responsabili, denunciati alla Procura della Repubblica di Ancona, per i presunti reati di uccisione di animali (art. 544-bis c.p.) e maltrattamento di animali (art. 544 ter c.p.), oltre che per specifiche violazioni alla normativa di protezione dei suini.
Proprio su queste leggi, in questo mese di luglio 2020, il Partito Animalista Italiano ha presentato una apposita proposta di legge popolare per un inasprimento delle pene.

Bruno Cimino

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