Il calcio e la fama, poi l’alcol e la rovina: la storia del “Mago” O’Neill

La storia del calcio è piena di campioni incompiuti. La notizia del ricovero di Fabian O’Neill in ospedale regala all’ex calciatore uruguagio uno spazio nei media italiani. Perché “El Mago” è stato per qualche anno un punto di riferimento del Cagliari prima di ricevere la grande chiamata dalla Juve e fallire. “Fabian era un talento puro, uno che in campo sapeva sempre cosa fare. Era una meraviglia vederlo giocare”, diceva di lui un campione del calibro di Zinedine Zidane, suo compagno in bianconero nei primi anni Duemila. E “Zizou” è stato tra i primi a chiamare la famiglia di O’Neill per informarsi sul suo stato di salute.

Cirrosi epatica la diagnosi dei medici, ora l’obbligo di un periodo di riabilitazione e poi l’ipotesi di un trapianto. L’ex calciatore uruguagio, che compirà 47 anni a ottobre, avrebbe smentito. Da anni, e già da quando giocava in serie A, “El Mago” soffre di dipendenza dall’alcol. L’ha confessato più volte in alcune interviste, ma non riesce a smettere. “Se non smette subito di bere non ce la farà”, il disperato grido della figlia Martina. 

Il talentuoso trequartista sudamericano era arrivato in Italia nel novembre del 1995 per vestire la maglia del Cagliari, aveva 22 anni e una classe cristallina. Dopo cinque anni era passato alla Juve (l’apice della sua carriera) e poi al Perugia prima di tornare in Uruguay nel Nacional, la squadra nella quale era cresciuto. Nel 2003, a 29 anni, la sua carriera era finita. Grazie al suo potentissimo agente Paco Casal, O’Neill era arrivato a guadagnare cifre enormi grazie al calcio, per poi perdere tutto. “Ho sperperato tutto, ma non ho mai fatto male a nessuno”, la filosofia di calciatore che poteva diventare un grandissimo campione.

A.C.

(foto del Web)

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