Nuova vita per biciclette datate e abbandonate

La velostazione che impiega professionisti e diversamente abili.

E’ nata una velostazione che rigenera le biciclette abbandonate per reimmetterle su strada. Il servizio è gestito da una cooperativa sociale che impiega meccanici professionisti e persone con disabilità per l’avviamento lavorativo. Si sta parlando della velostazione “San Vitale” di Ravenna insignita del premio di Confesercenti nel 2023. Il focus è su bici vecchie, non necessariamente funzionanti, riportate in condizioni da renderle marcianti. In buona sostanza, la citata Velostazione porta avanti un progetto di “economia circolare”. Ovvero recupera quei mezzi abbandonati o lasciati in disuso all’interno di cantine e garage.

Questa delicata attività di “ricondizionamento” è appannaggio di un team di personale specializzato che supervisiona anche una equipe d’eccezione. Ci si riferisce a persone diversamente abili in inserimento lavorativo. Stando a quanto riportano le testate locali, l’iter messo in piedi è il seguente. Le bici vengono date in donazione, prevalentemente da chi svuota cantine e rimesse, o è impegnato in traslochi. E visto che per ridare loro nuova vita non esiste una tempistica stringente, questo si concilia con chi è impegnato ad imparare un mestiere.

I prezzi finali sono ovviamente interessanti anche perché la velostazione può contare su un “parco ricambi” piuttosto fornito. A chiudere il cerchio interviene il dovuto controllo da parte dei meccanici che ne testano la funzionalità, prima della messa in vendita. Un mercato che si sta ritagliando la sua fetta di clientela. Per di più, nell’ottica di estendere la politica di riuso dei velocipedi, la Velostazione organizza anche dei laboratori con gli studenti delle scuole superiori. Si annovera, a tal proposito, il progetto “Magliette Gialle” promosso dall’amministrazione comunale. Questi i riferimenti di contatto: e-mail info@velostazione.ra.it ; mobile 3457187028. Questo invece è il profilo facebook dedicato: Ve.Ra. – La Velostazione di Ravenna.   

Di Maria Teresa Biscarini

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