Novak Djokovic e quel contagio che poteva essere evitato

Il test non ha lasciato dubbi: Novak Djokovic è positivo al Covid-19. E la notizia non sorprende quasi nessuno perché il campione serbo aveva sollevato un polverone organizzando un torneo benefico quando ancora c’era il pericolo del contagio di coronavirus. Il torneo, ideato proprio da “Nole” e diretto da Ivanisevic, era stato concepito per un ritorno sui campi da gioco dopo la lunga pausa dovuta al coronavirus. “Potete criticarci per questo e dire che è pericoloso ma stiamo seguendo le regole del governo serbo””, si era difeso il campione.

E le polemiche erano aumentate quando il suo Adria Tour era partito a Belgrado e proseguito a Zara, in Croazia, senza distanziamento sociale sulle tribune, abbracci in campo e con tanti eventi collaterali. Il torneo sarebbe dovuto continuare a Banja Luka, in Bosnia-Erzegovina e a Sarajevo per una esibizione di Djokovic il 5 luglio. Ma inevitabilmente sono arrivati i contagi di Grigor Dimitrov, Viktor Troicki e Borna Coric e ora di Djokovic.

Il risultato del test ha costretto numero uno del tennis mondiale a recitare un tardivo mea culpa. “Mi dispiace tantissimo per tutti i casi di contagio“, ha dichiarato dopo aver scoperto di essere positivo. E ha anche ammesso il grave errore di valutazione: “Abbiamo organizzato il torneo quando il virus si era indebolito, pensando che ci fossero le condizioni per il suo svolgimento“. Ma in tanti hanno ricordato anche che “Nole” aveva detto di essere contrario a una futura vaccinazione per il Covid-19. Cambierà idea? Forse no, ma ora dovrà restare in autoisolamento per 14 giorni.

A.C.

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