Non trovo più parole di Cristina Leone Rossi: sette giorni da vivere, sette giorni per dire addio

Non trovo più parole di Cristina Leone Rossi è un affascinante romanzo che racconta la storia di uno scrittore sarcastico e cinico, Edoardo Timbri, la cui esistenza viene improvvisamente stravolta dalla notizia della sua imminente morte. La vicenda si apre infatti sulla rivelazione che Edoardo ha solo una settimana di vita, e il lettore assiste ai suoi tentativi di venire a patti con questa amara realtà. È una condizione che non gli offre scappatoie, e il protagonista decide quindi di imboccare quell’oscuro tunnel senza paura, affrontandolo a testa alta. Comincia quindi la pianificazione dei suoi ultimi sette giorni, scanditi dagli incontri con le persone più care e dalla stesura di un’ultima opera divisa in sette capitoli. Una sorta di testamento in cui essere sinceri, e in cui esprimere a parole tutto quello che non si è mai dimostrato con i fatti. Edoardo è abile nella scrittura: è un autore di grande successo che ha pubblicato decine e decine di libri, e non dovrebbe quindi essere difficile per lui riversare sulla carta il suo commiato più ispirato. E invece le parole giocano a nascondino, e per la prima volta Edoardo Timbri sperimenta il blocco dello scrittore: “Prima la scrittura era casa, ora è strada e la consapevolezza che è l’ultima che traccerò per andarmene senza più poter tornare sui miei passi scritti mi fa mettere in discussione un po’ tutto quanto”. Il protagonista non riesce più a trovare le parole perché è consapevole che esse saranno le ultime; ma d’altra parte ha bisogno di essere onesto e di mettere nero su bianco non solo i suoi sentimenti ma anche i suoi rimpianti e le sue colpe. Nei giorni che inesorabilmente scorrono veloci, Edoardo incontra i suoi figli, la sua ex moglie per la quale prova ancora qualcosa, la sua compagna per la quale forse non prova un sentimento così intenso, la sua giovane amante di cui potrebbe innamorarsi e infine la ragazza che desiderava quando era ragazzo, e che ritrova dopo quaranta lunghi anni. È un percorso pieno di ostacoli quello del protagonista, perché chiudere ogni linea narrativa della sua vita non è così semplice come quando lo si fa nel confortevole e ovattato mondo della letteratura. Edoardo Timbri è arrivato alla fine, ma l’epilogo è ancora incerto, così come lo è in qualunque storia vissuta. E in fondo anche questo romanzo non fa eccezione: è una vicenda che racconta gli ultimi giorni di un uomo, ma forse c’è qualcosa di più, e sta al lettore scoprirlo.

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